Roma/Giubileo: la premier Meloni e la Capitale che non piace

La macchina amministrativa non è attrattiva, mancano tremila risorse per gestire al meglio e garantire la sicurezza allo straordinario afflusso di turisti. Chiamato in soccorso il governo che non risponde

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La sfida del Giubileo che Roma deve affrontare non sembra interessare il Governo Meloni. Infatti l’allarme lanciato più volte dal primo cittadino e dai presidenti dei Municipi continua ad essere inascoltato. Se anche le numerose infrastrutture saranno, almeno in parte ultimate, l’organizzazione della Capitale, che è fondamentale soprattutto per la sicurezza dei milioni di ospiti attesi, non ha personale sufficiente.

Basta frequentare alcuni assessorati del Comune di Roma per avere idea dei “vuoti” (e non solo per le pause caffè) e comprendere l’eventuale malessere di chi lavora in sedi fatiscenti, in edifici trascurati all’esterno e consumati all’interno, su brutti e vecchi tavoli.

E non consola certo avere la conferma che chi ha finora amministrato la città ha considerato solo di essere di passaggio, con nessuna intenzione di apportare qualche miglioria, a partire dagli ambienti di lavoro. Ma è ancora più grave che una Capitale così “trasandata” non abbia interessato i governi, in particolare quelli che si sono succeduti negli ultimi dieci anni, in cui Roma è stata lasciata in balia del suo passato.

“La macchina amministrativa romana non sembra affatto attrattiva. Vengono fatti i concorsi, ma poi quando si tratta di firmare – scopre ora Amedeo Ciaccheri, presidente dell’VIII Municipio –  i candidati non si presentano perché, nel frattempo, magari hanno scelto un’azienda privata o un’altra istituzione pubblica’’.

I Cobas hanno da tempo denunciato l’appeal del posto del posto di lavoro alle dipendenze di Roma Capitale ai minimi storici, così come la dotazione organica con la perdita progressiva di personale provocata da pensionamenti, dimissioni/ricollocazioni in altri ambiti lavorativi (anche della stessa PA), che comporta un deficit di 10mila unità, che si combina con il fenomeno della rinuncia al posto di lavoro, per cui ormai solo il 30% circa delle persone chiamate a sottoscrivere un contratto a tempo indeterminato aderisce all’offerta di lavoro.

Non è solo un problema di “poteri speciali”, che consentirebbero stipendi al livello di altre istituzioni presenti nella Capitale, ma “gioca” a sfavore anche lo stress causato dagli spostamenti casa-lavoro nel caos assoluto della Capitale, che rendono l’esperienza lavorativa del personale capitolino estenuante e demotivante.

Secondo Ciaccheri, e i suoi colleghi di Roma IX Titti Di Salvo e Roma XV Daniele Torquati, al più presto il personale deve essere aumentato di almeno tremila unità, tra tecnici, amministrativi, educatori e vigili urbani.

Il governo dovrebbe intervenire oltre che per dotare finalmente Roma Capitale di “poteri speciali”, come succede all’estero, anche con ulteriori fondi straordinari per interventi necessari a migliorare ulteriormente il sistema dei trasporti, come nel caso dello snodo di Piramide, dove confluiscono linea B, Roma Lido, i treni Fs, oltre a una serie di bus. “Uno snodo – rileva Ciaccheri – che potrebbe essere fondamentale durante il Giubileo, anche perché a due chilometri c’è la basilica di San Paolo’’.

A ciò si aggiunge il problema dei vigili del fuoco, pochi e senza mezzi, Da mesi il soccorso registra unità declassate, sedi chiuse che mettono a serio rischio la sicurezza del territorio, già alle prese con oltre 55mila interventi l’anno e con una funzione strategica durante il Giubileo.

Un quadro sempre più ingestibile innanzitutto per la mancanza di personale, a fronte di 500 uomini necessari per coprire i turni, ne sono in servizio solo 230. A ciò si aggiunge la situazione grave degli automezzi di soccorso del Comando provinciale dei vigili del fuoco di Roma che è una delle più pesanti mai riscontrate fino ad oggi.

Ormai è certo che la Capitale da sola non riesca ad affrontare tanto il “depauperamento” del personale, quanto una serie di problemi, dai trasporti al declassamento del servizio dei vigili del fuoco, che mettono una seria ipoteca alla sfida giubilare. E il governo Meloni non può certo, come hanno fatto gli altri, girarsi dall’altra parte, anche se anche per la premier la Capitale ora non è attrattiva, e non le piace l’Amministrazione Pd.

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