Una partita di 10mila cestini in ghisa – di cui 7mila destinati al centro storico di Roma – bloccata a causa dell’emergenza terroristica. Sono questi alcuni retroscena nell’affaire dei nuovi, discutibili, cestini in plastica per la spazzatura che hanno ‘invaso’ in centro storico di Roma.
Una scelta che è stata definita ‘obbligata’ da Anna Vincenzoni, assessora all’Ambiente del Municipio I. “La decisione è stata disposta direttamente dal Tavolo per la Sicurezza – ha raccontato a Radiocolonna – una decisione che può far discutere sul fronte estetico ma ha una logica sul piano della sicurezza”. Un ordigno in un sacco di plastica sarebbe un disastro ma nulla a confronto con una deflagrazione all’interno di un contenitore in ghisa, è stato il ragionamento del Tavolo per la Sicurezza. Oggi i contorni temporali della minaccia terroristica sono difficilmente inquadrabili e i cestini in plastica potrebbero rappresentare a lungo lo strumento di raccolta dei piccoli rifiuti. Una realtà che suggerisce di mettere di parte – momentaneamente – le questioni estetiche per concentrarsi sulla funzionalità dei nuovi cestini. Ultimamente Radiocolonna ha documentato le numerose problematiche dei nuovi contenitori: fragili, poco capienti, privi di posacenere, oggetti mobili e contundenti se maneggiati da squilibrati o facinorosi. “In alcune zone la fragilità può essere un problema – ha ammesso la Vincenzoni – in zona Vaticano sembrano meno resistenti, forse per il carico eccessivo. Approfondiremo”.
Capitolo posacenere: l’AMA ha già programmato un bando per munire i nuovi cestini di pensili per le sigarette, iniziativa rafforzata dall’attivismo civico della rete Retake Roma che sabato scorso ha consegnato ai cittadini posacenere portatili. Ma il destino dei tanti, pregiati casti in ghisa rimane ancora un mistero.. (gds)