Il sindaco di Roma M5S, Virginia Raggi, nella ricorrenza dei tre anni del suo mandato, ha raccolto dai principali media della Capitale, una valanga di critiche sulla gestione dei servizi essenziali, culminate con l’esplicito “deve passare la mano” dell’editoriale del Direttore de “Il Messaggero”, Virman Cusenza.
Ma a qualcuno dei tanti detrattori è venuto in mente di considerare le circostanze nelle quali ha operato Virginia Raggi e la sua Giunta, sia pure con rimpasti plurimi? Non sono certo mancate le inchieste e la raccolta di documentazione sui tanti disagi in cui vivono i romani.
Tuttavia non si è andati al di là delle critiche nei confronti di un’amministrazione considerata tardiva nel fare nomine adeguate alle aziende comunali, che presidiano la nettezza urbana e i trasporti, quanto provvedere a un’ adeguata manutenzione delle strade e del verde.
Rari, se non assenti, sono stati invece gli approfondimenti, che avrebbero consentito di risalire all’origine dei problemi e al tempo stesso, proprio grazie a una valutazione dall’esterno, contribuire ad avviarne la soluzione.
Certo ‘’fatina’’ Raggi non ha saputo usare la bacchetta magica, presuntuosa e sprovveduta può anche essere apparsa, ma farla diventare il capro espiatorio di tutte le negatività di Roma, vuol solo dire dare una mano a quegli antagonisti politici dichiarati, come Matteo Salvini, che gli farebbe piuttosto onore dimostrarsi consapevole che se c’è un colpevole verso la Capitale è solo il Governo di ieri, come quello di oggi.
Non c’è Capitale in Europa che non riceva e goda di una condizione particolare, tanto di mezzi economici quanto istituzionali, da parte dei rispettivi Stati. Ed è uno scandalo, in mezzo ai tanti scandali che in questo momento toccano anche le parti più sensibili della nostra Repubblica, che il governo non capisca che Roma è un gran pezzo d’Italia, un’attrazione universale per la quale ogni investimento ha un incommensurabile ritorno.
Mentre per ora incommensurabile è solo la cecità di una certa politica e di certi giornalisti.