Roma: la “burocrazia” dei vigili

Dietro la malattia della municipale

Ci stupiamo dello  stupore sollevato dalla defezione in massa, la notte di S. Silvestro, dei vigili capitolini. L’argomento polizia municipale è uno dei più presenti nelle conversazioni tra romani. Se ne nota l’assenza quotidianamente. Diciamo che stanno “imbucati” in qualche ufficio se: fa freddo/caldo, se il tavolino selvaggio diventa abitudine “domestica”, se gli abusivi sono sempre più presenti, se le strade pedonali diventano a parcheggio libero (vedi v. Margutta), se motorini e bici cannibalizzate giacciono tranquille per mesi, se il furbo di turno sta sul passo carraio. Insomma spessissimo. Questa malattia improvvisa e generalizzata, può però servire a mettere in chiaro tre punti:

1º che per TUTTE le categorie di lavoratori (privati e pubblici) devono valere le stesse regole

2º che questi impiegati così cagionevoli sono forse in sovrannumero

3º che magari dietro a questa ulteriore dimostrazione di “inurbanità” non c’è solo la protesta contro la riforma degli stipendi ma l’insofferenza della  burocrazia comunale verso l’attuale giunta.

E tanto per dimostrare quanto sopra vi raccontiamo che le attesissime strisce gialle a Trinità dei Monti sono liberamente usurpate da qualunque mezzo, ambulanti compresi. Davanti alla naturale rimostranza del residente il vigile risponde che essendo la polizia in disaccordo con il Sindaco Marino sull’applicazione di alcune norme stradali loro, il colore non lo fanno rispettare. Sic. (a.r.)

 

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