Roma: le urgenze quotidiane sfidano le grandi opere

Il benessere dei cittadini viene prima dei mega progetti incompiuti

Che ne sarà della Metro C? Verrà completata la folle città dello Sport di Tor Vergata? Si parteciperà al rilancio della Fiera di Roma, piena di debiti? Si darà l’ok al nuovo stadio della Roma e al mega-piano immobiliare che lo accompagna? E del piano rifiuti, che ne sarà?

Come ha scritto Sergio Rizzo sul ‘’Corriere della Sera’’ cosa ci si deve attendere quando il Campidoglio, a trazione grillina,  si misurerà con questi dossier giganteschi, alcuni dei quali già ammuffiti?

Se teniamo conto della recente rinuncia alle Olimpiadi, dello stop, sia in attesa di chiarimenti sul piano industriale, alla partecipazione all’aumento di capitale della Fiera di Roma, e alla presa di distanze dalla ‘’Nuvola’’ , che i grillini non avrebbero mai fatta costruire, non si dovrebbero avere dubbi sul destino delle tante incompiute di Roma Capitale, lasciate dalle precedenti Amministrazioni.

Molte opere risalgono ‘’ad altri tempi’’, quando la destinazione del denaro pubblico era vista più come occasione di guadagno per pochi privati, piuttosto che valore aggiunto al benessere dei cittadini. Altre dovrebbero essere riconsiderate sul piano finanziario alla luce delle scarse disponibilità del Campidoglio e delle urgenze della vita di tutti i giorni nella Capitale, a partire dai rattoppi della sede stradale e dalla inefficienza di servizi essenziali quali i trasporti e lo smaltimento dei rifiuti.

La facile accusa di mancanza di strategie, potrebbe essere accantonata  se il sindaco Virginia Raggi accompagnasse i tanti ‘’no’’ a coraggiose politiche di intervento in quegli ambiti che toccano da vicino la vita dei cittadini e dei turisti-ospiti della Capitale, a partire da una seria lotta all’evasione di regole semplici, come il divieto di posteggio per le auto e furgoni nelle vie storiche, lo stazionamento di camion di cibarie nei pressi dei monumenti, i paurosi raggruppamenti di asfissianti bus turistici.

I pochi denari del Campidoglio raccoglierebbero un grandissimo consenso se fossero impiegati innanzitutto per il risanamento del sistema viario,  riparando le tantissime buche e limitando il traffico dei pullman che ne sono la causa principale. O per avviare un serio e fattibile piano casa per i cittadini più disagiati,  mettendo ordine in quella storia infinita del patrimonio immobiliare, censito e criticato, ma ancora in attesa di una gestione rapida ed efficiente.

Le grandi opere che richiedono ingenti nuovi fondi, soprattutto quelle con una dimensione infrastrutturale, potrebbero invece rientrare in quel patto per Roma che il premier si è impegnato a sottoscrivere davanti alla platea di Vip, all’inaugurazione della ‘’Nuvola’’.  (Claudio Sonzogno)

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