Il 2016 verrà ricordato come l’anno della celebrazione dei diritti omosessuali in Italia. Un evento che negli ultimi tempi ha visto Roma presente in prima fila sulla scena nazionale, a partire dalle battaglie combattute dall’associazionismo LGBT fino all’istituzione del registro delle unioni civili voluto da Ignazio Marino. Un fermento che ha reso la parata dell’orgoglio omosessuale – forse più degli altri anni – una festa vera, un tripudio di colori e di striscioni, una fiumana felice di festeggiare le battaglie vinte ma consapevole di dover affrontare altre sfide. “Chi non s’accontenta lotta” è lo slogan di quest’anno, combattivo come la madrina Asia Argento che qualche giorno fa ha dichiarato provocatoriamente di essere anche lei gay “perché la parola diversità non esiste”. “Lo slogan lo dice chiaramente: bene le unioni civili ma non ci si può accontentare di una legge monca – racconta a Radiocolonna Sebastiano Secci, portavoce del Roma Pride – è un evento come quelli degli anni scorsi: si sta insieme, ci si diverte, si marcia per i diritti”.
La giornata è partita con la sfilata pomeridiana del Roma Pride 2016. Tanti i carri allegorici accompagnati dalle realtà che hanno aderito all’iniziativa, patrocinata dal Comune di Roma e dall’Ambasciata USA, canadese, britannica, tedesca e australiana. Il tutto sotto l’organizzazione del Circolo Mario Mieli. Ci sono i buddisti LGBT, i rugbisti di Libera Rugby Roma, le famiglie arcobaleno, Roman Volley, attivisti omosessuali di religione ebraica. Ma anche Amnesty International, gruppi sindacali e soprattutto partecipanti da ogni angolo del pianeta.
Sul finire della parata la voce al megafono dal carro del coordinamento urla “siamo 700mila”. Un successo, a prescindere dall’enfasi o meno della cifra.
Il sipario del corteo cala nel tardo pomeriggio per riaprirsi in tarda serata con ADORO, il party ufficiale del Pride 2016 al Gay Village – zona EUR – rassegna che dal 2002 illumina le estati romane con eventi culturali e serate discotecare, un connubio di impegno e divertimento premiato dal numero impressionante di visitatori che ogni anno affollano l’evento lgbt. Tre sound (affollatissima la sala con musica commerciale) e bar pieni sovrastati dal privè che quest’anno – come mura di cinta – costeggia le due sale principali.
(Giacomo Di Stefano)
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