Roma spende per i servizi 1,67 miliardi

La giungla pietrificata di partecipate e sovvenzionati

Quanto costa ai romani il servizio dell’Atac, la municipalizzata dei trasporti pubblici ricapitalizzata lo scorso anno dal comune? Nel 2016 circa 609 milioni.

E l’Ama, l’azienda che si occupa di tenere le strade pulite e ritirare i rifiuti? Poco più di 834 milioni. Sono queste le cifre che figurano nella delibera del bilancio previsionale 2016-2018 per “i servizi erogati dalle partecipate”. Somme importanti cui purtroppo, sempre più spesso, non corrisponde un servizio adeguato.

 

Fatto sta che, come evidenzia l’Organo di revisione del Comune di Roma, anche negli anni a venire il Campidoglio continuerà a sborsare fior di quattrini senza batter ciglio. Per il 2016 i revisori della Capitale stimano che l’onore sulle casse dell’ente per i servizi resi dalle partecipate ammonteranno 1,67 miliardi. Questa somma, nonostante i tempi di magra e il pesante debito della Capitale, resterà sostanzialmente invariata anche nel biennio successivo. La parte del leone, manco a dirlo, la fanno naturalmente Atac e Ama.

 

Ma, oltre alle due partecipate, ci sono anche altri 227 milioni di soldi pubblici che finiscono nelle casse di controllate, fondazioni e associazioni. L’elenco dei revisori ne conta in totale 26 dando il dettagli degli importi a carico dei cittadini. Nella classifica delle società di servizi più onerose per il Comune, dopo Ama e Atac, c’è Risorse per Roma spa, la società nata nel 1995 per gestire le attività di alienazione del patrimonio immobiliare capitolino e diventata poi braccio operativo dell’amministrazione nella pianificazione territoriale. Nel bilancio 2014, l’azienda risulta in perdita per 936mila euro e, secondo i revisori, l’onere 2016 per le casse del comune relativo ai servizi resi da Risorse per Roma sarà di 40 milioni.

 

 

“Il 2014 è stato un anno in cui la società da una parte ha continuato l’azione di razionalizzazione dei costi interni, ma dall’altro ha visto scendere, per decisione del committente, comunicata nel secondo semestre 2014, il contratto di servizio di 3 milioni, a parità di servizi svolti” spiega la relazione di gestione al bilancio 2014. Insomma, secondo l’azienda, se i conti non tornano è colpa del Comune e non dei costi interni fra cui spiccano per il personale ben 31 milioni, poco meno di quanto pagato dall’ente per i servizi della controllata.

 

 

Tornando a spulciare l’elenco dei beneficiati del Comune spicca Zètema progetto cultura srl per i cui servizi i revisori registrano un onere per le casse della Capitale pari a 38,4 milioni. La società che gestisce i principali eventi culturali della capitale, la rete dei musei civici e gli spazi espositivi ha almeno il merito di aver archiviato il 2014 in utile per quasi 26mila euro. Tuttavia l’azienda che promuove la cultura a Roma non riesce a staccare cedole al suo azionista le cui casse sono notoriamente vuote.

 

Nella classifica delle partecipate più onerose per le casse del comune compare poi l‘Agenzia per la Mobilità che ha speso nel 2014 circa 440mila euro solo per consulenze esterne dovute alla necessità di “specifico ed essenziale know how”, spese legali, affidamenti diretti incarichi professionali. Per i servizi resi dall’Agenzia per la mobilità il Comune ha previsto in budget un onere 2016 di poco superiore ai 28 milioni.

Cionostante la mobilità nella capitale resta ingessata come del resto molte partecipate pubbliche. (Elena De Sanctis)

*Su http://radiocolonna.it/public/organismi_partecipati.docx si può consultare l’elenco delle aziende partecipate e degli oneri a carico del bilancio del Comune di Roma fino al 2018.

 

 

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