Lo sciopero di Roma Tpl mercoledì farà incrociare le braccia degli autisti per quattro ore. È in atto l’ennesimo braccio di ferro tra Roma Tpl, i sindacati che rappresentano i lavoratori del consorzio di trasporti e Roma Capitale. Una triangolazione esasperante fatta di annunci, tavoli e promesse mancate che domani sfocerà in uno sciopero serale di quattro ore, dalle 20,00 alle 24,00. Al centro della protesta sempre i mancati pagamenti, oltre mille lavoratori in attesa di stipendio con il consorzio che pare non stia pagando gli stipendi di ottobre.
L’ennesimo sciopero del trasporto pubblico romano è la dimostrazione che – a prescindere dalla bontà o meno della battaglia sindacale – a Roma si sciopera troppo. E lo si fa andando a penalizzare l’anello debole della Capitale: le periferie. Roma Tpl ha il controllo di circa il 20% del trasporto romano di superficie, quasi tutto concentrato nelle zone periferiche della città. In questo contesto, lo sciopero serale di quattro ore è un colpo durissimo per chi torna da lavoro e non riuscirà ad arrivare a casa perché la linea di turno è gestita dal consorzio.
Una guerra tra poveri che non avrà vincitori ma solo vinti, in primis compromettendo quella fiducia sull’idea di ‘servizio pubblico’ che in questi anni ha toccato i minimi storici. Per quanto sia sacrosanto il diritto di pretendere che il proprio salario venga versato con una regolarità che possa garantire uno stile di vita dignitoso, colpisce che a pagare siano sempre gli utenti, vittime di un trasporto pubblico locale scoordinato e inefficiente. Autisti non pagati e utenti a piedi uniti da un insolito destino: quello di raccogliere i frutti avvelenati di un servizio di trasporto pubblico al collasso.