Se pensate di imbattervi in una commedia degli equivoci agrodolce o in un film con Eddie Murphy, vi trovate nel posto giusto. Ma di dolce – nella storia che segue – c’è ben poco e si racconta un fatto realmente accaduto alla stazione Termini di Roma nel tardo pomeriggio di martedì. A tutti i viaggiatori, per fretta o distrazione, può capitare di lasciare il proprio bagaglio all’interno di un treno o dentro una stazione. Questa è la cronaca di uno smarrimento – un po’ farsa e un po’ tragedia – che è anche una metafora dell’Italia e dei suoi tanti problemi.
L’episodio è accaduto a S. , una ragazza in arrivo dall’Aeroporto di Fiumicino a Roma Termini tramite il treno Leonardo Express. S., in seguito, ha preso un altro treno verso una grande città italiana ma si è scordata un piccolo dettaglio: il valigione lasciato all’interno del primo treno.
Da quel momento è iniziata una caccia al tesoro fatta di chiamate e di contatti incrociati per cercare di ritrovare il bagaglio. S. individua subito gli interlocutori da interpellare per salvare il salvabile: Trenitalia e la Polfer in servizio alla Stazione Termini di Roma. Un’interazione che si rivelerà ben presto un percorso a ostacoli nella giungla competenze, di responsabilità e di notizie contrastanti che stanno dietro allo smarrimento di un oggetto personale.
Il proseguo del racconto ora necessita di qualche coordinata: il binario del Leonardo Express è il 24, la Polfer si trova al Binario 1, dalla parte opposta dell’immenso hub ferroviario romano. S. cerca di capire se qualcuno può farsi carico del bagaglio in attesa che lei – il giorno successivo – potesse tornare a Roma per riprenderlo. La Polfer inizialmente le fa sapere che possono prendersene carico loro ma è necessario che qualcuno porti la valigia all’interno dei propri uffici: nessuno di loro può attraversare 24 binari e arrivare a quello del Leonardo Express. Trenitalia fa sapere a S. che nessuno del proprio personale può consegnarlo alla Polfer e il bagaglio viene lasciato al punto informazioni di Leonardo Express a ridosso del Binario 24. Un limbo che viene sbloccato solo quando un conoscente di S. arriva a Termini per completare il trapasso del bagaglio dalla banchina all’ufficio della polizia ferroviaria.
Ma c’è un ulteriore colpo di scena: la polizia comunica al conoscente di S. che non può farsi carico della valigia perché prima di documenti. Dovrà farsene carico lui e portarla direttamente a lei.
La situazione, per dirla con Ennio Flaiano, è grave ma non seria e fa capire quanto possa costare caro perdere un bagaglio all’interno di un treno o in una grande stazione. Soprattutto quando non c’è un coordinamento tra realtà che lavorano nello stesso luogo e quando manca un ufficio in loco per gli oggetti smarriti. Una delle obiezioni al racconto potrebbe essere questa: Trenitalia non prevede un servizio per il recupero degli effetti personali smarriti sui propri treni? Lo prevede ma solo per le Frecce, come spiegato anche in questo link.
L’approdo naturale del bagaglio di S. sarebbe stato il servizio Oggetti Smarriti gestito dal Comune di Roma e presente a Circonvallazione Ostiense. Piccolo dettaglio: il servizio è attivo tutta la settimana fino alle 13,00, solo il giovedì fino alle 17,00. Perdere il bagaglio oltre quell’ora significa entrare in una terra di nessuno dove il proprio bene rischia di fare la fine di Tom Hanks in ‘The Terminal’ di Spielberg: sperduto in un grande hub, un non-luogo dove non è legittimato né a restare né ad uscire.
L’episodio accaduto a S. può capitare ad ognuno di noi. Una storia tutta italiana dove le competenze sfumate e gli uffici a mezzo servizio rendono una normale ricerca una vera e propria odissea. E dove il finale cambia a seconda del fatto che si conosca o meno qualcuno di grado di prendersi cura della propria causa.
Una storia italianissima.