Non è sfuggita ai pendolari della Roma-Viterbo la rivelazione de Il Messaggero sulla sicurezza della linea e hanno deciso di raccontare a Radiocolonna le preoccupazioni e le possibili mosse. Forse anche tramite un esposto in procura.
Le carte raccolte raccontano di varie tragedie sfiorate solo grazie alla perizia dei capotreni costretti a limitare i danni di quel sistema telefonico che non garantisce un’adeguata sicurezza della linea.
Drammi che avrebbero potuto bissare quello di Andria nel 2016 e che ora aprono un nuovo capitolo oscuro sulla sicurezza dei 35mila pendolari che ogni giorno si muovono sulla linea che collega Roma con il viterbese.
“Siamo sconcertati e preoccupati, ci attiveremo al più presto per fare chiarezza su una questione da cui dipende la sicurezza dei pendolari – spiega a RC Fabrizio Bonanni del Comitato pendolari Ferrovia Roma Nord – tra corse dimezzate e condizioni di viaggio disumane, la Roma-Viterbo si conferma una linea dimenticata da tutti.”
La Roma-Viterbo prevede 103 km di linea di cui 80 a binario unico a giunto telefonico e la tutela della sicurezza risiede nella comunicazione tra capotreno e capostazione.
Bonanni racconta che nell’era Rettighieri, in Atac c’era in programma di rendere la sicurezza della parte extraurbana simile a quella della parte urbana. Una suggestione sulla scia del dramma di Andria che è svanita con l’addio alla municipalizzata dell’ex direttore generale.
Il pendolare spiega anche come la questione sia legata a un intreccio di competenze di agenzie nazionali e uffici ministeriali che hanno visioni diverse sulla sicurezza.
“Al momento, come sicurezza, sulla Roma-Viterbo ci governa l’USTIF (Ufficio speciale trasporti a impianti fissi ndr) che fa capo al MIT e ritiene che il sistema telefonico in vigore sia sicuro – confida Bonanni – l’ANSF (genzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie ndr) invece non ritiene che quello telefonico sia un sistema sicuro e per passare sotto la sua competenza occorrerebbe sistemare la parte extraurbana.”
Un investimento importante che ora appare più che mai necessario. Su questo tema i pendolari non sono disposti ad arretrare di un solo millimetro e sono pronti a chiedere spiegazioni a tutti gli attori coinvolti. Nessuno escluso.