A Roma volontariato e lavori utili per i rifugiati

Protocollo d'intesa tra prefettura e Comune per chi i richiedenti asilo. Formazione e copertura assicurativa

Rifugiati
Rifugiati

Arrivano i lavori socialmente utili per i rifugiati e i richiedenti asilo. Una vecchia proposta che ora diventa realtà, almeno a Roma. Al via un Protocollo d’intesa tra Roma Capitale e la Prefettura che consentirà a queste persone di svolgere attività di volontariato, in attività sociali, culturali o ricreative senza scopo di lucro.

Ad oggi, bisogna aspettare mediamente 18 mesi per avere lo status di rifugiato, anche se il decreto Minniti prevede un accorciamento di questi tempi. E allora perché non far sentire utili i richiedenti asilo invece che costringerli a oziare? Queste forme di volontariato hanno anche l’obiettivo di far inserire meglio nella società queste persone.

Attenzione, però, non sarà un’attività obbligatoria visto che, dice il comune, ci parteciperanno chi ha espresso “la volontà di mettere a disposizione della collettività prestazioni di natura libera, volontaria e gratuita, individualmente o in gruppi, per il perseguimento delle finalità di carattere sociale, civile e culturale non lucrative indicate da Roma Capitale”.

Ora comunque dovranno entrare in gioco sia i municipi, che dovranno stabilire le priorità, sia le associazioni di volontariato ufficialmente riconosciute. Dunque ai volontari-rifugiati sarà assicurato:

-la formazione necessaria affinché possano attendere alle attività previste;
-la dotazione degli strumenti e delle attrezzature di protezione individuale necessarie per lo svolgimento delle attività di volontariato in totale sicurezza e al fine di ridurre al minimo ogni genere di rischio per la propria e per l’altrui incolumità durante lo svolgimento delle attività previste;
-la dotazione di idonei strumenti di riconoscimento, ove obbligatori, dimostranti l’impiego in attività di volontariato/utilità sociale.
-un’adeguata copertura assicurativa per la responsabilità civile verso terzi e contro gli infortuni;
-l’adesione, in maniera libera e volontaria, ad un’associazione e/o ad un’organizzazione di volontariato;
-una supervisione di un Referente qualificato dell’Ente gestore del Servizio, al fine di garantire la corretta realizzazione delle attività previste e al contempo assicurarsi che l’attività di volontariato possa rappresentare un utile momento di formazione per il volontario.

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