Roma vs Venezia: è davvero inevitabile fare una ciclabile con il bitume nero?

Continuano le polemiche per il rifacimento della ciclabile sul Lungotevere. Con un raffronto con Venezia, la posizione dell’amministrazione Raggi che si fa più debole.

“La colata di cemento era già lì. sulla ciclabile del lungotevere da tanti anni. Polemiche inutili”. È questa una sintesi possibile di chi, in questi giorni, ha difeso l’amministrazione Raggi sul caso del rifacimento della ciclabile del lungotevere. Una manciata di chilometri che hanno generato un vespaio di polemiche, fatto intervenire politici, cittadini e osservatori esterni. Tutti, in qualche modo, coinvolti in una polemica che ha esondato – in senso metaforico – gli argini del Tevere andando a toccare questioni paesaggistiche, storico-archeologiche e relative al decoro urbano.

Qualche giorno fa, Radiocolonna ha cercato di comprendere le ragioni dell’una e dell’altra parte, trovando motivi validi per cui i sostenitori o i detrattori potessero portare avanti – più o meno coerentemente – il proprio pensiero. Tuttavia, se si adotta il metodo comparativo, per i sostenitori del progetto di Virginia Raggi le ragioni rischiano di scricchiolare. La comparazione con altre realtà con Roma è arduo e spesso aberrante, vero, ma in certi casi adottare misure analoghe ad altre importanti città italiane non è né aberrante, né difficile.

Qui siamo a Venezia, sulla pista ciclabile che costeggia il fiume Osellino, prima che l’opera venisse ultimata con la segnaletica e l’arredo urbano. Un esempio che appare calzante, visto che le polemiche per la ciclabile tiberina sono sorte prima che la pista venisse ultimata, proprio come nel caso veneziano:

Come annota Mercurio Viaggiatore, nel caso di Venezia si tratta di un’opera completamente differente, con un gusto, una realizzazione e una colorazione in armonia con il paesaggio. Sarebbe stato impossibile fare un lavoro così a Roma? Immaginiamo di no, anche perché quello realizzato a Venezia non è particolarmente rifinito o sofisticato, è semplicemente rispettoso dell’ambiente circostante a livello strutturale e visivo.

Non sappiamo con certezza se, nel caso romano, l’intenzione dell’amministrazione fosse quella di dimostrare un attivismo della sindaca in occasione delle prossime elezioni, o sistemare davvero la ciclabile. Ma il dubbio viene, anche perché sistemare – in quel punto della città – non significa solo rattoppare buchi o accodarsi ai lavori fatti in precedenza, ma valorizzare l’area cittadina coinvolta dall’intervento da diversi punti di vista: la viabilità, la sicurezza ma anche il paesaggio e il decoro urbano.

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