Ieri sembrava che tutto fosse saltato in aria per le impuntature di Luigi Di Maio sulla “immacolatezza” giudiziaria dei candidati-presidenti al Senato ed alla Camera e per l'”atto ostile” (copiright Berlusconi) di Matteo Salvini verso Fi con l’abbandono della candidatura di Paolo Romani, fortemente sponsorizzato dal leader di Forza Italia. Oggi i due “guastatori” della vecchia politica italiana hanno portato a casa, gia’ dalla terza votazione sia a Palazzo Madama che a Montecitorio, le nomine dei due presidenti delle Camere, Elisabetta Alberti Casellati (Fi) al Senato per il centrodestra e Roberto Fico alla Camera per il M5S, sparigliando le carte e spiazzando tutti i commentatori politici che gia’ parlavano di frantumazione del centrodestra e di tempi lunghi per la nomina del presidente a Montecitorio.
Il centrodestra, almeno apparentemente, si e’ ricompattato (ma certamente le scorie dello “sgarbo” di ieri di Salvini non saranno facilmente eliminate) ed i cinquestelle hanno avuto, come volevano, il piu’ alto scranno della Camera. La settimana prossima saranno quindi completati gli uffici di presidenza con l’elezione dei vicepresidenti (quattro in ognuno dei due rami del Parlamento) e dei segretari d’aula (otto, con possibili sforamenti, per le due assemblee). Anche i gruppi parlamentari saranno formati ed avranno i propri presidenti. Quindi, dopo Pasqua, il capo dello Stato, Sergio Mattarella, potra’ avviare le consultazioni per la formazione del nuovo governo.
I tempi si annunciano lunghi, ma era cosi’ anche per l’elezione dei presidenti delle Camere e Di Maio e Salvini sono stati velocissimi a trovare la quadra, comportandosi da veri amici, senza ricorrere a colpi bassi tra di loro. Ma gli amici per le cariche parlamentari diventeranno quasi sicuramente nemici per la conquista di Palazzo Chigi. Salvini chiede infatti l’incarico dal presidente della Repubblica in quanto leader del centrodestra che ha ottenuto alle elezioni del 4 marzo oltre il 37% dei voti; ma la stessa cosa vuole Di Maio, in quanto indicato premier dal M5S che, senza alleati, ha raccolto oltre il 32% dei suffragi risultando di gran lunga il piu’ forte partito italiano.
Per Mattarella non sara’ facile dipanare la matassa della governabilita’. Ci vorra’ molta pazienza e capacita’ per trovare una soluzione che possa contare sul sostegno del Parlamento ed evitare cosi’ un ritorno molto anticipato alle urne, senza aver avuto modo di cambiare la legge elettorale e di approvare la legge di bilancio che possa accontentare anche le istituzioni di Bruxelles. Come e’ noto, l’Italia e’ un sorvegliato speciale della Ue a causa della disastrosa situazione dei nostri conti pubblici.