San Camillo, morì dopo trapianto di cuore. 5 medici indagati

Con l’ipotesi di omicidio colposo.

Sul caso della morte di uomo cardiopatico avvenuta all’ospedale San Camillo di Roma dopo il trapianto di cuore prelevato a un 48enne milanese e inviato d’urgenza nella struttura della Capitale dal San Raffaele di Milano è cominciato ieri all’Istituto di medicina legale di Padova un «accertamento irripetibile», disposto dalla Procura di Milano, per valutare se l’organo avesse lesioni pregresse o meno. Il pm Cristillo ha nominato 4 consulenti, le parti altri 8. La relazione finale deve essere consegnata agli inquirenti entro l’8 gennaio prossimo.

Tale importante accertamento solo per motivi tecnici ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 5 medici, due del San Raffaele e tre del San Camillo con l’ipotesi omicidio colposo.

L’indagine sul presunto errore medico era stata affidata al pm Antonio Cristillo dopo che, prima dell’estate, i magistrati capitolini l’avevano mandata a Milano per competenza territoriale. Secondo l’accusa, avvalorata da una consulenza di parte, il decesso dell’uomo sottoposto a trapianto potrebbe essere conseguenza di una valutazione errata dell’equipe medica milanese del San Raffaele che aveva valutato l’organo idoneo e compatibile con il paziente romano in lista di attesa.

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