Saviano e nozze gay: la colpa è dei parlamentari

Diritti e doveri per tutti i cittadini

 “Fino a oggi i sindaci che hanno registrato al comune le unioni civili contratte all’estero e che hanno registrato all’anagrafe i figli delle coppie gay; i magistrati che hanno riconosciuto per queste famiglie le stepchild adoption, sono stati, nel nostro paese, avanguardia. Ieri il Consiglio di Stato, con una sentenza che fa discutere, annulla le trascrizioni dei matrimoni gay al comune di Roma ed è polemica. Comprendo l’amarezza e chi mi segue sa quanto su questo tema mi spenda ricevendo anche tanti (immotivati!) insulti, ma non sono d’accordo con chi attribuisce responsabilità al solo giudice del Consiglio di Stato relatore della sentenza”. Lo scrive, sul suo sito, Roberto Saviano.

“Da lui (anche se la sentenza è collegiale) si pretendeva un atto di coraggio: da lui (o meglio da un collegio) che ha scritto una sentenza ‘in punta di diritto’. Eppure noi abbiamo un governo – aggiunge Saviano – fatto di parlamentari: sono loro a doversi occupare dei diritti civili. Sono loro a dover legiferare in modo che non vi siano dubbi, in modo che non si debba interpretare alcuna legge in maniera progressista o conservatrice. In modo che tutti i cittadini, a prescindere dall’orientamento politico, sessuale ed eventualmente religioso abbiano gli stessi doveri e possano godere degli stessi diritti. Ciò che voglio dire è che stiamo sbagliando il bersaglio: non dobbiamo chiedere a un giudice di stabilire se il matrimonio contratto da due persone dello stesso sesso sia legittimo, ma dobbiamo pretendere che chi ci governa lo renda finalmente tale”. 

C.T. (Fonte Omniroma)

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