Scuole. Oltre 7 milioni per la didattica a distanza, ma chi la fa?

La cifra si riferisce al Lazio, ma la situazione a Roma, come in tutta la Regione, è a macchia di leopardo. I presidi: servirebbero norme più chiare

Con lo stop alle scuole per il Coronavirus, le lezioni on line, le video lezioni sono iniziate. Ma le denunce di tanti genitori mettono in luce una situazione a macchia di leopardo. Nella stessa scuola infatti ci sono insegnanti che hanno iniziato la didattica a distanza con videolezioni, altri che si limitano a dare i compiti accompagnati ogni tanto accompagnati da qualche video scaricato dal web.

Ieri la Regione Lazio, ha destinato alle scuole per il potenziamento della didattica a distanza, 7.346.359,76 euro.  Soldi che serviranno fino a che  non ripartiranno le lezioni in classe, però ancora non si sa quando sarà.

In seguito alla firma del decreto di riparto degli 85 milioni stanziati nel decreto del Governo ”Cura Italia, avvenuta da parte della Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina lo scorso 26 marzo, sono state infatti individuate le somme regione per regione.

In particolare, nel Lazio 887.448,53 euro sono destinati alle piattaforme e agli strumenti digitali. E poi, 6.015.187,13 alla connettività di rete e ai dispositivi digitali. Altri 443.724,10 sono destinati alla formazione del personale scolastico. I presidi però affermano che le direttive del ministro sono troppo vaghe e che servirebbe una legge per stabilire meglio le modalità di insegnamento a distanza. Finora, con un contributo di 220 mila euro, sono 254 i progetti finanziati dalla Regione per didattica e lavoro a distanza. Il progetto che ha coinvolto 114 istituti.

 ”Stiamo lavorando con rapidità per potenziare la didattica a distanza, mettendo tutti gli studenti in condizioni di poterla seguire e dando a tutti gli insegnanti le conoscenze per poterla effettuare – sottolinea la Ministra Azzolina – Per la ripartizione delle risorse abbiamo scelto un criterio che ci consente di raggiungere meglio le zone del Paese e le famiglie dove c’è maggiore necessità. Ma se oggi rispondiamo a un’emergenza, al contempo costruiamo un patrimonio per il futuro e gettiamo le basi affinché la scuola possa crescere e migliorarsi, utilizzando queste tecnologie anche quando saremo tornati alla normalità”.

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