Scuole ancora a corto di spazi per la riapertura dopo il Covid

Flop nel reperimento di aule alternative. Cattedre ancora scoperte e almeno il 50% del personale non ha fatto il sierologico per il coronavirus

 Una cosa è certa, anche a Roma mancano gli spazi nelle scuole per riaprire in sicurezza dopo la pandemia di coronavirus . Ad oggi mancano almeno 600 aule nel Lazio, e anche l’aiuto dei privati finora non è stato risolutivo. Tanto che ieri sera l’assessore all’Istruzione della Regione Lazio Claudio Di Berardino si è limitato a dire: “Il bando regionale che abbiamo predisposto per raccogliere le candidature di nuovi spazi utili per la scuola ha raccolto al momento 6 proposte relative ai Comuni di Roma, Falvaterra, Civitavecchia, Pomezia e Monterotondo. Continuiamo a lanciare un invito a chi ha spazi adeguati a inviare le proposte“.

Insomma, soprattutto per i licei, si profila sempre più l’ipotesi che una parte della didattica sia fatta a distanza, almeno fino a dicembre. E mancano anche  i banchi monoposto, anche probabilmente si potevano modificare quelli biposto, come mancano gli insegnanti: non meno di un migliaio in tutta la regione. Ma di quest’ultimo fronte novità potrebbero arrivare nel fine settimana, considerato che si sta mettendo a punto il piano delle supplenze. 

Intanto, la Giunta regionale del Lazio ha adottato il vademecum dell’Iss e ha sottolineato il passaggio dell’individuazione di figure nelle Asl che siano un punto di riferimento certo nelle scuole per dare alle famiglie il senso di sicurezza.

Di Berardino afferma di credere che “questi elementi possano portarci alla riapertura della scuola al 14 settembre. Dobbiamo rispondere al bisogno che le stesse famiglie hanno sollecitato di poter riavviare la scuola il prima possibile, ci siamo allineati per avere un’apertura in sicurezza il 14 settembre”.

Per l’assessore “il lavoro fatto finora e’ stato per riaprire e non vorremmo dare un segnale sbagliato, dobbiamo continuare come stiamo facendo. Si lavora per ridurre il numero delle aule da ricercare. Questo lavoro bisognera’ continuare a farlo al di la’ della riapertura”.

Dunque, la Regione Lazio si prepara con un piano B. L’obiettivo è ridurre la didattica a distanza. Fin alle medie dunque ci sarà un lavoro in presenza, mentre per le superiori si e’ fatto riferimento alla dad per uno o due giorni a settimana ma, Di Berardino assicura che “la ricerca degli spazi deve continuare anche dopo la riapertura, perche’ bisogna ridurre la dad per restituire la socialità”. 

E poi c’è il tema dei test sierologici per il coronavirus. In tanti istituti, li hanno fatti tra il 30% e il 50% del personale delle scuole . Segno che ancora il sistema sanitario non è in grado di mappare con assoluta certezza chi si è infettato e chi no. Per l’Associazione nazionale presidi si doveva fare una sola cosa: rendere obbligatorio il test per il Covid.

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