Servizi locali, a Roma le famiglie spendono meno?

Sì. Ma limiti reddituali per accedere alle agevolazioni sono ancora bassi

Nella Capitale i servizi pubblici – rifiuti, acqua, trasporti, scuola, cultura – costano meno della media nazionale, la politica delle agevolazioni è di grande aiuto ma i limiti reddituali per accedervi sono ancora bassi. E’ quanto emerge dalla ricerca annuale su Spesa delle famiglie per tributi e servizi locali nelle grandi città, realizzata dall’Agenzia per il Controllo e la Qualità dei Servizi Pubblici Locali. La relazione, presentata in Campidoglio e pubblicata sul sito di Roma Capitale, pone a confronto la realtà romana con quella di otto città italiane oltre i 300mila abitanti: Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze e Bari. Il metodo adottato: identificate quattro “famiglie tipo” di diverse condizioni socio-economiche, compresi i casi che rientrano nelle agevolazioni sulle tariffe. Le quattro tipologie: A) anziano solo con pensione superiore al minimo; B) coppia giovane, costituita da un precario e un disoccupato; C) coppia adulta benestante, con un figlio studente alle scuole superiori; D) coppia adulta, due lavoratori dipendenti con due figli piccoli di cui uno frequenta l’asilo nido e l’altro la scuola primaria a tempo pieno. In tutti e quattro i casi si considera un casa in proprietà, diversa per tipo, ubicazione e rendita catastale. Nel quantificare la spesa s’è tenuto conto anche dei tributi locali: addizionale comunale e regionale Irpef, Imu, Tasi.

 

 

I risultati: a Roma la famiglia di tipo D (figli piccoli che utilizzano nido e la refezione scolastica) è la più favorita tra le grandi città grazie alle agevolazioni; l’anziano solo (A) si attesta al terzo posto fra le città più economiche, dopo Milano e Bologna, per via della tessera gratis dei mezzi pubblici e delle riduzioni sui servizi ricreativi e culturali; la giovane coppia a basso reddito (B) sta nel mezzo, con un punto a favore per il trasporto pubblico (il più economico dopo Torino per i disoccupati).
In generale: a Roma la spesa per i servizi pubblici a Roma è al di sotto della media nazionale per tutte le famiglie interessate dalle agevolazioni (tipi A-B-D), soprattutto per il tipo D. In quest’ultimo caso la Capitale è la più economica tra le città italiane: asili nido -39% rispetto alla media, mense scolastiche – 23%, un terzo in meno l’acqua. Al polo opposto (tipo C, famiglia benestante) Roma è la più cara (10% oltre media), per via dell’esclusione dalle agevolazioni a parte quelle previste per il figlio studente. Capitolo a parte, il servizio rifiuti: relativamente costoso e con limiti di reddito stringenti per accedere ad agevolazioni – ma il Campidoglio ha annunciato una riduzione dell’1,5% sulla tariffa –. Roma si conferma comunque in testa, tra le grandi città italiane, per le politiche sociali a beneficio delle famiglie con figli piccoli e/o in difficoltà economica. Città generosa, la Capitale, anche sul fronte del costo relativo dei trasporti pubblici: abbonamenti ordinari e agevolati più convenienti rispetto alla media, prezzo dei biglietti in linea ma con maggiore durata oraria.
 

 

 

Sensibilità ai bisogni dei più fragili e impegno per valorizzare i mezzi pubblici di trasporto: questi i fondamentali punti a favore della Capitale. Estese le politiche di agevolazione per gravare il meno possibile su chi ha meno; ma – afferma la ricerca dell’Agenzia – nell’attuale contesto di crisi i livelli di reddito richiesti per applicare le tariffe ridotte “appaiono ancora troppo bassi”. La speranza è riposta nel bilancio di previsione 2015: con le novità introdotte – razionalizzazione della spesa, nuovi contratti di servizio al posto di quelli ormai obsoleti, riorganizzazione aziendale – si possono prevedere ricadute positive anche sui costi che i cittadini pagano per avere i servizi locali.

 

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