Il rischio è che da qui a qualche settimana qualche migliaia di famiglie finiscano per strada, sfrattate. Infatti, denuncia l’associazione Nonna Roma, “solo nel mese di luglio sono state cinquecento le richieste di sfratto pervenute al Tribunale di Roma e questo ci restituisce l’immagine dell’emergenza abitativa che sta attraversando la città, quindi, le risorse come quelle del Bonus affitti, seppur minime, devono essere immediatamente erogate a tutti i richiedenti”. In mattinata l’associazione ha organizzato una manifestazione davanti all’Assessorato per la casa del Comune di Roma alla Garbatella per dire no agli sfratti.
“Stiamo attraverso una crisi sociale drammatica e l’incertezza economica sta mettendo a dura prova larghi strati della popolazione. Sono stati insufficienti gli aiuti delle Istituzioni e quello che è stato destinato, tra l’altro, non riesce a essere percepito in tempo da chi ha bisogno – scrive Nonna Roma – A Roma il 18 maggio si sono chiusi i termini per richiedere il bonus affitto, una misura straordinaria messa in campo dalla Regione Lazio per un totale di 27 milioni di euro per aiutare le famiglie in difficoltà economica. Si tratta di un intervento insufficiente e fortemente restrittivo, ma che può aiutare chi rischia di rimanere senza un tetto sopra la testa”.
L’assessora alla Casa Vivarelli ha comunicato che delle 49mila domande presentate, dal Dipartimento Politiche Abitative il bonus affitti è arrivato a solo 5mila famiglie. Dunque, le solite difficoltà burocratiche che però rischiano da far male a tante famiglie. Dopo quello che abbiamo visto nei mesi scorsi con i buoni spesa, ancora una volta i numeri forniti confermano la disastrosa gestione capitolina dei contributi economici ai nuclei familiari in difficoltà – scrive ancora Nonna Roma – Inoltre il 31 dicembre scade il blocco degli sfratti previsto nel Decreto Rilancio. Serve che in Legge di Stabilità il parlamento inserisca un ulteriore proroga di questa misura legandola al periodo di emergenza sanitaria predisposto dal Governo. Non c’è dubbio infatti che fin quando ci saranno restrizioni, per via della pandemia, interi settori lavorativi saranno fermi e con loro la capacità delle persone di pagare gli affitti”.
Nelle case famiglie e negli altri centri di accoglienza non c’è posto per chi ha ricevuto uno sfratto. E allora ecco che le varie associazioni che si occupano di aiutare chi rischia l’emarginazione sono costrette ogni volta a trovare soluzioni d’emergenza. L’alternativa, altrimenti è la strada. A Roma tradizionalmente ci sono 8mila senza fissa dimora: un terzo in strutture di accoglienza; un terzo in abitazioni improprie (dalle baracche ai casolari abbandonati) un terzo per strada, 2.500-3.000. E con la pandemia di Covid, la situazione è peggiorata, anche perché alcuni centri hanno dovuto chiudere.