“Si tratta di un problema troppo vasto perché il Comune possa affrontarlo da solo, bisogna salvaguardare il diritto all’accoglienza e all’abitare, ma non esiste un diritto ad occupare, é necessario il ripristino della legalità”. L’assessore alle Politiche Sociali di Roma Capitale, Laura Baldassarre, è chiara su ciò che è accaduto al Curtatone ed in un’intervista all’Avvenire precisa: “Non abbiamo deciso noi quando effettuare lo sgombero, ma prefettura e questura. Noi siamo stati avvertiti solo il giorno prima”, aggiungendo che sulla vicenda “parlano i fatti”.
L’assessore ha anche risposto alle critiche di chi le ha rimproverato di non essere rientrata da una vacanza all’estero per seguire il caso: “Non amo le ribalte mediatiche e mi auguro che nessuno cerchi di farsi visibilitá sulla pelle dei migranti. Da parte nostra, le assicuro che non abbiamo smesso nemmeno per un istante di assolvere alle nostre funzioni. Ma, come è ormai chiaro, l’emergenza é tale che occorre un piano straordinario, predisposto da governo e Parlamento. Inoltre, entro fine ottobre dovrebbe essere terminato il censimento dei beni confiscati alle mafie a Roma. E’ un ‘tesoro immobiliare’ che finora non é stato utilizzato: palazzi e appartamenti che potrebbero essere impiegati per chi non ha casa”.
“Avevamo dato mandato ai nostri operatori di effettuare un censimento all’interno del palazzo”, ha rivelato la Baldassarre in un’altra intervista a Repubblica, “il censimento non è stato effettuato perchè gli occupanti non hanno fatto entrare gli operatori”. Quindi, prosegue, “abbiamo raccolto le informazioni dalla prefettura. Ma secondo le loro informazioni lì dentro non abitavano minorenni. Dopo abbiamo scoperto che ce n’erano 37”.