Sindaco Roma: Gualtieri un avvertimento per Letta 

Sia pure parzialmente smentita, la candidatura dell’ex ministro spinge il segretario del Pd ad accelerare l’ organizzazione e la formazione di una coalizione di centrosinistra 

Enrico Letta si è appena insediato alla guida del Pd che già si è trovato alle prese con un problema che non si aspettava: l’annunciata candidatura a sindaco di Roma, ieri parzialmente smentita, di Roberto Gualtieri, ex ministro dell’Economia nel governo Conte-bis. Sì smentita, perché il segretario democratico ha subito incontrato l’ex titolare del Dicastero di via XX Settembre e tra i due c’è stato un franco colloquio nel corso del quale ci sarebbe stata “grande sintonia”.

Inoltre si sarebbe convenuto – hanno affermato fonti qualificate del Nazareno, sede della Direzione nazionale del Pd – che questo “non è il momento delle decisioni”, sia per la situazione socio-sanitaria (imperversare del coronavirus), sia perché ancora non è stata fissata la data delle elezioni amministrative (si sa solo che si voterà, epidemia permettendo, il prossimo autunno).

Sempre sul colloquio, le stesse fonti hanno rimarcato che Gualtieri non ha ancora sciolto la riserva sulla sua candidatura e che, con Letta, ha espresso una forte “irritazione” per le notizie diffuse ieri, martedì 16, che davano per certa la sua discesa in campo nella corsa per il Campidoglio.

Sembra dunque tutto chiarito tra i due esponenti del Pd, il che significa che il centrosinistra non ha ancora ufficialmente un candidato alla carica di sindaco di Roma. Comunque, va rimarcato che l’annuncio del sì di Gualtieri dato da ambienti del Partito Democratico romano non era stato un fulmine a ciel sereno perché il nome dell’ex titolare del Ministero di via XX Settembre circolava da tempo. E si aspettava, nell’ultimo periodo della segreteria di Nicola Zingaretti, solo che lui sciogliesse la riserva.

Ma a spiazzare Letta, convincendolo della necessità di incontrare al più presto l’ex ministro, erano stati i modi con i quali sembrava che Gualtieri avesse lanciato il suo guanto di sfida agli altri candidati (al momento solo due con possibilità di successo, ovvero la sindaca uscente, la pentastellata Virginia Raggi e il leader di Azione, Carlo Calenda).

Sia per il rinvio del voto amministrativo al prossimo autunno, causa coronavirus, sia per l’avvicendamento avvenuto solo qualche giorno fa (domenica 14 marzo), al Nazareno, sede nazionale del Pd, Letta vuole avere un certo lasso di tempo per scegliere i candidati-sindaco non solo a Roma, ma anche a Milano (dove per la verità Giuseppe Sala ha già annunciato la sua intenzione di ripetere l’esperienza di primo cittadino), Torino, Napoli, Bologna ed altri grandi capoluoghi.

E questo per due motivi. Il primo è un problema di organizzazione interna, ovvero la necessità di formare la nuova segreteria e di riaffidare gli incarichi di guida dei vari settori del partito. Il secondo nella ricerca di ricreare una nuova coalizione di centrosinistra che dovrebbe comprendere anche i cinquestelle, Azione ed Italia Viva di Matteo Renzi. Da rilevare, poi, che il voto amministrativo di autunno rappresenta il primo banco di prova elettorale per il nuovo leader del Pd, che non ne vuole uscire con le ossa rotte. Anche perché una sconfitta riaprirebbe all’interno del partito una fase conflittuale tra le correnti: una faida che ha portato alle dimissioni di Zingaretti.

La scesa in campo anzitempo di Gualtieri, per giunta non concordata con i nuovi vertici del partito, scompaginava – e non poco – i piani di Letta. L’ex ministro è molto stimato dal nuovo segretario, ma il suo annuncio di candidatura, come detto smentito, poteva vanificare gli sforzi che il “nuovo Pd” intende fare per costruire un “nuovo” centrosinistra. Il guanto di sfida che Gualtieri sembrava aver lanciato a Roma, dove ancora manca il nome del candidato del centrodestra, avrebbe infatti riguardato al momento solo Raggi e Calenda.

E già il leader di Azione aveva accettato la sfida dichiarando di non voler fare un passo indietro nella corsa per il Campidoglio. Quanto alla Raggi, la risposta all’annuncio di Gualtieri candidato era venuta direttamente da Beppe Grillo. “L’Elevato” ha infatti nuovamente manifestato “il massimo sostegno alla nostra guerriera Virginia Raggi” ed ha rincarato la dose rilanciando il post della sindaca che accusa il presidente della Regione Lazio, Zingaretti (solo fino a qualche giorno fa massimo esponente del Pd e che ha recentemente allargato la sua maggioranza al M5S con l’ingresso in giunta di Roberta Lombardi e Valentina Corrado), per la gestione regionale dei rifiuti. Se non è una dichiarazione di guerra, poco ci manca.

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