Sindaco Roma/Il Punto: Centrodestra impreparato e diviso

Nella la scelta dei Presidenti candidati dei Municipi sale la litigiosità. Lega, Fdl e Forza Italia si dimostrano più rivali che alleati. Anche nelle supplettive non c’è accordo.

I prossimi 3 e 4 ottobre a Roma si voterà non solo per il Comune, ma anche per presidenti e assemblee dei 15 Municipi in cui è suddivisa la Capitale e per le elezioni suppletive per un seggio alla Camera dei deputati che interessa i quartieri di Monte Mario e Primavalle. Una tornata importante, quindi, che, al momento, trova ancora impreparato e diviso il centrodestra.

E sì, perché dopo l’affanno registrato nei giorni precedenti alla scelta di Enrico Michetti – alla sua designazione si è arrivati dopo una trattativa estenuante e dopo la decisione di affiancargli la magistrata Simonetta Matone (che in caso di vittoria ricoprirà il ruolo di vicesindaco) – analogo affanno si registra attualmente per la designazione dei candidati alla presidenza dei 15 Municipi e per le suppletive.

Per ciò che concerne i Municipi, la litigiosità tra i rappresentanti locali di FdI, Fi e Lega è talmente alta che si è deciso di lasciare ogni decisione sulla ripartizione delle presidenze ad un vertice, che si dovrebbe tenere a giorni, tra i leaders di questi partiti, ovvero Giorgia Meloni, Antonio Tajani in rappresentanza di Silvio Berlusconi, e Matteo Salvini.

Non meno tesi sono i rapporti per ciò che concerne la scelta del candidato nelle elezioni suppletive. In altri tempi, la scelta sarebbe stata quasi automatica. Nelle consultazioni politiche del 2018 il centrodestra era rappresentato da Pasquale Calzetta (Fi) e questi, in base alle regole dell’alleanza, dovrebbe essere ricandidato (Tajani, rivendicando il collegio per Fi ha ricordato che tre anni fa il rappresentante azzurro fu sconfitto di misura).

Ma dopo lo “sgarbo” nella scelta del nuovo Cda della Rai, con FdI che si è vista “scippare” la sua rappresentanza in favore di Forza Italia, Giorgia Meloni vorrebbe ricambiare la “cortesia” chiedendo per il suo partito la candidatura sottolineando che a Roma Fi vale il 4-5% contro il 23% circa di Fdi. A tutto ciò bisogna aggiungere il timido tentativo della Lega di spingere il centrodestra ad appoggiare la candidatura di Luca Palamara, diventato, dopo la sua radiazione dalla magistratura, il “fustigatore” della “casta delle toghe”.

Questo è il contesto attuale del centrodestra. Più rivali che alleati. Ma probabilmente l’avvicinarsi del termine per la presentazione delle candidature porterà tutti a più miti consigli.

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