Sindaco Roma/Il punto: il balletto dei sondaggi

Percentuali diverse e contrastanti da parte di Noto, Tecné e Azione. Michetti in buona posizione. La lotta per la seconda piazza è molto dura. Impresa difficile per Gualtieri

candidati sindaci

Definito ufficialmente, con la vittoria scontata di Roberto Gualtieri alle primarie del centrosinistra, lo schieramento dei quattro candidati più accreditati alla fascia tricolore della Capitale, è iniziata la guerra dei sondaggi su chi approderà al ballottaggio nelle prossime elezioni amministrative di Roma, che si terranno il prossimo autunno, molto probabilmente ad ottobre.

Parliamo di guerra dei sondaggi perché in questi giorni ne sono stati fatti più di uno e, se si eccettua l’unanimità sul nome di Enrico Michetti, il candidato del centrodestra in ticket con Simonetta Matone, generalmente attestato sul 35% delle preferenze, c’è bagarre sul possibile sfidante. Infatti, secondo il sondaggio di Antonio Noto reso pubblico ad inizio settimana, sarebbe la sindaca uscente Virginia Raggi (M5S) ad approdare al secondo turno elettorale con il 26 per cento dei voti a scapito di Gualtieri, che sarebbe terzo (23%) e di Carlo Calenda , fermo al 14 per cento. Da rilevare che questo sondaggio è stato effettuato tra il 16 ed il 18 giugno, ovvero prima delle primarie del centrosinistra.

Diverso, invece, il risultato del sondaggio effettuato da Tecné il 18 giugno per conto di Rti. In questo caso, infatti, sarebbe Gualtieri lo sfidante di Michetti con il 30% circa dei voti contro il 16 per cento della Raggi ed il 16% di Calenda. C’è infine un sondaggio effettuato per conto di Azione che darebbe il suo leader in grande rimonta sul secondo, anche in questo caso l’ex ministro dell’Economia del governo Conte-bis.

Come si vede, c’è ancora molta confusione, se si eccettua Michetti, su chi dovrebbe essere il secondo a raggiungere il turno di ballottaggio. E ciò complica non poco la campagna elettorale del candidato del Pd. Gualtieri deve infatti battersi per conquistare (o confermare secondo alcuni sondaggi) la seconda piazza attingendo al bacino degli indecisi, molto vasto, ed anche al possibile elettorato pentastellato e di Calenda. Ma per conquistare una fetta di questo elettorato deve muoversi con molta prudenza. Infatti, da un lato deve portare avanti l’idea che solo lui può contrastare la vittoria del centrodestra e quindi sottolineare l’opportunità del “voto utile”, d’altro canto deve attaccare i suoi avversari nell’area del centrosinistra, ovvero Raggi e Calenda, senza però irritare il loro elettorato perché, una volta approdato al ballottaggio, serve una parte consistente di quei voti per poter conquistare il Campidoglio.

Impresa difficile, ma non impossibile, per un uomo come Gualtieri che si è sempre mosso con circospezione ovunque abbia operato. Certo è, però, che da parte della Raggi e di Calenda non ci saranno molti riguardi nei suoi confronti. La lotta per la seconda piazza si presenta molto dura e non sono esclusi colpi bassi, se non nei riguardi dell’ex ministro, nei confronti del Pd e della sua classe dirigente romana, che dalla vicenda della defenestrazione dell’ex sindaco Ignazio Marino è uscita con le ossa rotte, come ha dimostrato la vittoria a mani basse ottenuta da Virginia Raggi nel voto anticipato del 2016.

 

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