“L’abusivismo è una emergenza che ci trasciniamo da almeno trent’anni e su cui si è chiacchierato tanto senza mai muovere un dito. Per la Campania si tratta di almeno settantamila alloggi abusivi rispetto ai quali occorre il massimo rigore. Ad Ischia sono stati compiuti abusi di tipo criminale, con strutture costruite in zone a rischio idrogeologico che vanno abbattute il prima possibile”. Lo ha detto il presidente della Campania Vicenzo De Luca, intervenuto nella notte al giornale di Radio 1 Rai dopo il sisma che ha colpito Ischia, dichiarazione poi rilanciata sul suo profilo Fb.
“È stato attivato subito il coordinamento tra le centrali operative della Protezione Civile di Roma e della Campania – ha aggiunto – Il presidente del consiglio ci ha contattato da subito per avere informazioni. Ad ora abbiamo notizie di un bilancio abbastanza pesante, soprattutto per la parte alta di Casamicciola”.
Il giorno dopo sono tante le polemiche, sapere si possa morire per una scossa di magnitudo 4, quindi di moderata entità al di là della necessaria contestualizzazione del caso Ischia, è tema che apre inevitabilmente un nuovo fronte nel dibattito.
Ad aprire il fronte è il presidente del Consiglio nazionale dei Geologi Francesco Peduto:”A un anno dal sisma dell’Italia centrale – afferma Peduto – riviviamo di nuovo il dramma del terremoto, che stavolta ha colpito l’isola d’Ischia. Lascia perplesso come un terremoto di tale magnitudo possa provocare danni e vittime nel nostro Paese, è francamente allucinante che si continui a morire per terremoti di questa entità. Il nostro Paese si conferma estremamente vulnerabile. Ora sarebbe facile parlare dei ritardi della ricostruzione in Italia centrale, della necessità di accelerare interventi e azioni, ma quello che lascia più interdetti è la mancanza di atti concreti per la prevenzione”.
“Il governo e il Parlamento – è l’invito conclusivo di Peduto – si assumano la responsabilità di decidere in proposito senza farsi distogliere da interessi e lobby varie, come a proposito del fascicolo del fabbricato: ma veramente qualcuno crede ancora alla favola dei tecnici che si arricchirebbero con il fascicolo del fabbricato? Far conoscere lo stato di sicurezza delle case dove un cittadino abita o lavora è un fatto di etica innanzitutto, un principio morale prima ancora che una misura di salvaguardia e di prevenzione civile. Le misure per la prevenzione non possono non essere al centro dell’agenda del prossimo governo”.
Anche l’ingegner Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università Sapienza di Roma e presidente di Sogeea SpA, pur considerando le peculiarità geologiche di un territorio dal sottosuolo “particolarmente fragile”, punta il dito contro un abusivismo colpevolmente tollerato, denunciato con durezza anche da Legambiente. “In Italia si muore per un terremoto che in altre parti del mondo non desterebbe la minima preoccupazione. Ischia nel corso dei decenni è stata sottoposta a una sistematica speculazione edilizia: si è costruito anche là dove leggi e buon senso non lo avrebbero permesso e, in molti casi, lo si è fatto di fretta, utilizzando materiali e tecniche di scarsa qualità e senza prevedere alcun accorgimento antisismico”.
Per dare un’idea della portata del fenomeno sull’isola, all’ingegnere basta tirare fuori un solo dato: “Solo per il Comune di Ischia sono state presentate 7.235 domande di condono in 30 anni, 4.408 delle quali risultavano ancora da evadere ad aprile dello scorso anno”. Numeri che raccontano di un patto sottotraccia, una contiguità malata tra interesse pubblico e privato. “Non si vuole combattere seriamente certi fenomeni – sottolinea infatti Simoncini -. Lo testimoniano anche la recente legge varata proprio dalla regione Campania, il disegno di legge Falanga o la clamorosa defenestrazione del sindaco di Licata da parte del Consiglio comunale. Va necessariamente rovesciata la logica perversa che subordina l’agire politico e amministrativo alla ricerca di consenso. Allo stesso tempo, c’è bisogno di un salto di qualità culturale da parte dei cittadini: la legalità e il rispetto delle regole vanno visti come valori da cui non si può prescindere”.
I sei sindaci dei comuni dell’isola di Ischia non ci stanno. E, in una nota congiunta, “deplorano le notizie false relative a presunti danni e crolli in tutta l’isola e alle inesistenti connessioni tra l’evento sismico e i fenomeni legati all’abusivismo edilizio”. Perché, ribattono gli amministratori locali, i crolli “hanno interessato per lo più strutture antiche, tra le quali finanche una chiesa già distrutta dal terremoto del 1883 e poi riedificata”.