La richiesta di alcune regioni rosse che chiedono di passare ad arancioni “la comprendo ma non dobbiamo avere fretta perché il virus rischia di scappare di mano. Serve la massima prudenza, dobbiamo rimettere sotto controllo la curva”. L’invito alla calma arriva dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che ieri sera a “Cartabianca” ha tenuto a ricordare che Covid-19 non scomparirà nell’arco di poche settimane e quindi “non sarà un Natale come gli altri”. “La situazione è seria e non può essere sottovalutata – ha ribadito il ministro -, siamo di fronte a una circolazione molto significativa del virus, lo vediamo dal numero dei contagi e dal numero dei decessi. I segnali degli ultimi giorni sul piano dell’Rt, l’indice di contagio, hanno indicato un primissimo elemento di controtendenza, sceso a 1,4. Ma questo non basta, dobbiamo portare l’Rt sotto la soglia di 1 e grazie a questo vedremo gradualmente una riduzione degli accessi al pronto soccorso, in area medica e in terapia intensiva”.
La precisazione di Speranza è arrivata dopo che le Regioni, ritenendo “urgente un incontro con il governo”, avevano avanzato chiesto “di rivedere, in un’ottica di semplificazione, i parametri che sono stati elaborati nella prima fase della pandemia, procedendo ad un aggiornamento delle indicazioni sull’utilizzo dei test rapidi antigenici e del test di biologia molecolare e alla modifica degli indicatori per il monitoraggio ai fini della classificazione”. Per la Conferenza delle Regioni, infatti, “bisogna semplificare i parametri di valutazione e, in questa fase dell’epidemia che interessa tutte le Regioni, è quanto mai opportuno che governo e Regioni compiano un ulteriore sforzo collaborativo, anche per comunicare correttamente ai cittadini le misure restrittive che debbono essere assunte con grande e comune senso di responsabilità”.
Da parte sua, il ministro della Salute, ha precisato che “avere più indicatori significa avere una fotografia più completa”. Il confronto con le Regioni, ha concluso, “è sempre aperto, le polemiche sono incomprensibili, ma 21 criteri danno una fotografia più affidabile: oggi questo è il modello che abbiamo e che ha prodotto dei risultati, dobbiamo rispettarlo”.