Un’indignazione a targhe alterne. E’ questo il sentimento espresso dal mondo della cultura capitolina quando si affronta il tema dell’Estate Romana. Polemiche che partono ogni anno dalla denuncia di fondi assenti per la rassegna estiva per concludersi – a ridosso di luglio – con la protesta in Campidoglio delle associazioni e degli operatori culturali esclusi dal bando. Un copione che quest’anno sembra avere un prologo differente e un protagonista che ha deciso di cambiare la trama: il commissario Francesco Paolo Tronca.
Lo scorso anno la decisione di Ignazio Marino di stanziare 1,3 milioni di euro per l’Estate Romana ha generato un vespaio. Le realtà escluse dai finanziamenti pubblici – dall’Isola del Cinema al Roma Jazz Festival, ma anche i Concerti alla Sapienza, il teatro al Fontanone, il premio De Andrè, il Garofano Verde, i comici di All’ombra del Colosseo e il Villa Celimontana Jazz – hanno innalzato barricate e lanciato anatemi sul futuro della cultura a Roma, affiancate dall’AGIS che ha chiesto in una nota come potessero i “festival concorrenti esaudire le richieste di qualità e di incremento pubblico, data la tempistica inadeguata alla programmazione, promozione e pubblicità“. Quest’anno la gestione commissariale guidata da Tronca ha deciso di stanziare per l’Estate Romana un milione di euro, circa 300mila euro in meno rispetto alle risorse messe a disposizione da Ignazio Marino per l’edizione 2015. Una misura draconiana che rientra a pieno titolo nei piani di risparmio pubblico del commissario romano.
Una decisione che non è stata accompagnata da un coro sdegnato ma da qualche piccolo campanello di dissenso, come quello di Carmen Pignataro – portavoce dell’associazione I Festival di Roma – che ha contestato il termine “esiguo” di sessanta giorni inadatto sia all’organizzazione che all’eventuale autofinanziamento. Sul sito del Comune di Roma sono presenti i termini dell’avviso pubblico: scadenza della domanda il 23 maggio, progetti da svolgere in un periodo compreso tra il 30 giugno e il 30 settembre, tre il numero massimo di proposte progettuali che ogni singolo candidato può presentare. L’estate romana ai tempi del commissario Tronca: tagli, sobrietà e silenzi del mondo della cultura. (Giacomo Di Stefano)