Con il primo bilancio a 5 Stelle arrivano anche le prime ‘vittime’. E a farne le spese nella Capitale saranno le fasce più deboli: poveri, disabili e minori. Le risorse stanziate per il dipartimento Politiche sociali, con il bilancio di previsione 2017 del Campidoglio, subiranno, infatti, un taglio di oltre 50 milioni di euro.
Il dato è emerso durante la riunione congiunta delle commissioni capitoline Bilancio e Politiche sociali nel corso dell’illustrazione della manovra da parte dello staff dell’assessore al Bilancio Andrea Mazzillo.
“Il totale stanziato per il 2016 è di 242 milioni, tenendo conto dei fondi giubilari e degli altri finanziamenti una tantum si arriva a 249 – è stato spiegato – L’impegnato 2016 però a oggi è pari a 183 milioni”.
“Se queste indiscrezioni dovessero essere confermate l’Amministrazione Capitolina commetterebbe un errore molto grave. Tanto maggiore se esso trovasse giustificazione nel fatto che nel 2016 sono stati 183 i milioni impiegati: l’anno che si chiude è stato, infatti, uno dei più difficili e controversi in tema di politiche sociali. Sarebbe, dunque, un errore, a dir poco devastante, l’ipotesi di tagli ulteriori limitando i finanziamenti per il sociale, in una città, di fatto, in ginocchio come è Roma, comprimendo le risorse a 160 milioni sia per il 2018 che per il 2019”. Così a Radiocolonna, Giovanna Sammarco, Presidente del Consiglio regionale del Lazio dell’Ordine degli Assistenti sociali.
“Tagli di questa entità – dice ancora Sammarco – raggiungono il solo risultato di colpire le fasce più deboli e indifese della popolazione, anziani, famiglie con disagi, minori e quelle già sulla soglia della povertà. Mi auguro vivamente che l’Amministrazione faccia marcia indietro decidendo, finalmente, proprio per avviare tutti gli strumenti previsti anche da recenti normative nazionali come quella sull’inclusione sociale, di avvalersi di personale tecnico specializzato come gli assistenti sociali in grado di ottimizzare nel modo più idoneo l’uso delle risorse disponibili”.
Dal Dipartimento, intanto, hanno puntualizzato “aspettiamo 19 milioni di trasferimento regionale per le Rsa, e circa 5 milioni in meno sulle prestazioni riabilitative, quindi arriveremo a 200 milioni”. La proposta di manovra della Giunta prevede “190 milioni per il 2017, a fronte di una richiesta del Dipartimento di 219 milioni, e passeranno a 160 per il 2018 e altrettanti per il 2019”. Inoltre “per il sociale nei Municipi verranno stanziati in totale 32 milioni”.
Quanto alla spesa per i disabili, che nel 2016 valeva 41 milioni di stanziato per un impegnato di 35, è assorbita quasi per intero dalle 54 comunità alloggio convenzionate sul territorio del comune. A bilancio ci sono poi 400 milioni di euro i servizi per senza fissa dimora e 7 milioni di euro di spesa, più 3,8 coperti da progetti europei, per i servizi nei campi nomadi.
Il via libero definitivo al bilancio è fissato per il prossimo 23 dicembre. In Campidoglio in queste ore si lavora alle proposte che saranno avanzate, però, solo da lunedì, dopo il risultato del referendum.
Ma c’è anche un altro nodo che resta critico per l’agenda politica di Roma capitale, ed è quello dei mercati. Nelle more dell’applicazione della direttiva Bolkestein, nel progetto di bilancio di previsione calano le risorse disponibile e si registra un taglio netto nelle richiesta del Dipartimento capitolino Commercio rispetto ai fondi del capitolo manutenzione.
Nel bilancio 2017-2019, lo staff dell’assessore capitolino al Bilancio ha presentato una previsione di spesa per il 2017 da 3,2 milioni, a fronte di uno speso nel 2016 di 4,435 mila euro e di un impegno di 4 milioni. La manutenzione ordinaria, però, da 1 milione di spesa nel 2016 va sotto i mille euro per il 2017.
Forse in Campidoglio si spera ancora di recuperare risorse attraverso il “patto per Roma”, quello da firmare con il Governo. Nel frattempo si ragiona con quel che c’è, e a quanto pare non sembra affatto sufficiente.