Tasse: dalla bugia di Renzi all’accanimento di Gentiloni

L'ex premier promise come prima azione del suo governo l'eliminazione di alcune accise sulla benzina come quelle per la guerra in Etiopia del 1936. Ma non lo fece. E ora Gentiloni si prepara ad aumentare ancora le tasse

Dalla guerra dell’Etiopia ai terremotati dell’Emilia lo scorso anno le accise, ossia le imposte sulla vendita di prodotti petroliferi, hanno superato la boa degli ottant’ anni. Facendo fronte a ben 17 sciagure, disastri e altre emergenze economiche in genere. Il termine viene dal latino “accensare” che significa “tassare”.

Così queste tasse che sono andate accumulandosi negli anni, senza che nessuno avesse pensato di cancellarne alcuna, oggi rappresentano circa 40 centesimi su ogni litro di benzina, che aggiunte ai circa 50 centesimi di Iva, costituiscono la metà del prezzo. Come dire che su un pieno di 40 euro, 20 euro li diamo allo Stato. Matteo Renzi appena diventato Presidente del Consiglio intervenendo a “Porta a Porta” promise a Vespa che fra le prime azioni del suo governo ci sarebbe stata la cancellazione di alcune accise diventate ridicole come quella – disse – relativa alla guerra di Etiopia del 1936.

Alla indiscrezione su un possibile inasprimento delle accise di fronte alla manovra economica aggiuntiva chiesta dall’Europa, era naturale una sollevazione dei renziani. Passi una bugia del leader, ma che dal governo “cover” di Gentiloni arrivi la diciottesima accisa, potrebbe far saltare la pazienza degli automobilisti!

Anche perché il clima che si respira è pesante perfino all’interno della direzione Pd: tassare o non tassare i gratta e vinci, le slot e il gioco d’azzardo? C’è chi preme per il sì e chi, invece, guarda il bilancio dello stato e teme che un fiume di denaro così, se si alzassero le tasse, non arriverebbe più. La ludopatia è una malattia, ma a volte c’è chi se ne dimentica.

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