Terremoti, alluvioni, valanghe e vulcani; la Terra non ha pace

Dal Giappone alle Filippine, da Giacarta all'Alto Adige. Danni, feriti e centinaia di evacuati. Nel 2017 in Italia oltre 44.000 terremoti, uno ogni 12 minuti. La natura si ribella?

Quando la natura si “ribella”. Mai come nelle ultime settimane le forze primigenie della natura sembrano essersi coalizzate contro l’uomo: valanghe, alluvioni, eruzioni e terremoti.

Solo lo scorso 23 gennaio un violento sisma di 8,2 gradi di magnitudo é stato registrato al largo della costa meridionale dell’Alaska. Lo stesso giorno una forte scossa di terremoto, di magnitudo 6, é stata registrata in Indonesia, davanti alla costa meridionale di Giava.

Ancora, erutta il vulcano Kusatsu-Shirane in Giappone sulle piste di sci e contemporaneamente una valanga investe il comprensorio, travolgendo un impianto a fune. Diversi sono i feriti e purtroppo si contano anche delle vittime.

Paura anche in Italia. Dove almeno cento persone sono state evacuate da un albergo, in Alta Val Venosta, minacciato da una valanga dopo le abbondanti nevicate dei giorni scorsi.

É di ieri, invece, il picco della piena della Senna, che ha preoccupato non poco la capitale francese.

Perché tutti questi sconvolgimenti? Cosa sta succedendo alla Terra?

Terremoti e valanghe sono fenomeni naturali che ci lasciano impotenti. Non possiamo far altro che pensare a quanto è cieca, devastante, inevitabile la furia della natura, e a quanto siamo fragili noi esseri umani. Eppure c’è qualcosa che aggrava ancora più la furia della natura, che a differenza delle apparenze non ci protegge, ma ci lascia ancora più senza scampo: l’avanzata del cemento.

La maggior parte delle emergenze ambientali sono aggravate da disboscamento, impermeabilizzazione dei suoli, erosione, cementificazione selvaggia, consumo del suolo, abusivismo edilizio.

Il consumo di suolo è un problema diffuso in tutta Italia. Dalle montagne al mare: su 3.902 chilometri di coste, il 56,2% è stato cementificato. Dal 1985 sono stati cancellati dal cemento circa 222 km di paesaggio costiero, a un ritmo di quasi 8 km all’anno, aggravando il problema dell’erosione costiera ( basti pensare ai centri del ponente ligure) e il conseguente dissesto idrogeologico (frane e alluvioni). A ciò si aggiunge il fatto che dagli anni 70 e ’80 il patrimonio edilizio e abitativo delle cosiddette Zone sismiche 1 e 2 (le più rischiose) è aumentato a dismisura.

in Italia, nel 2017 c’é stato un terremoto ogni 12 minuti, cinque scosse ogni ora, 120 al giorno: sono medie ancora impressionanti, queste che caratterizzano l’attivitá sismica dell’Italia, secondo i dati della Rete Sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Fortunatamente la stragrande maggioranza sono terremoti molto piccoli che la gente non ha avvertito. Solo tre o quattrocento dei circa 45mila terremoti registrati nel 2017 hanno avuto magnitudo 3 o superiore a 3, cioè avvertiti dalla popolazione che si trovava in prossimità dell’epicentro.

Bisogna preoccuparsi?
Enzo Boschi, geofisico ed ex presidente dell’INGV, in un suo articolo su Agi.it non ha dubbi: “Riteniamo di avere sufficienti informazioni sui terremoti, almeno su quelli più forti, che hanno colpito l’Italia negli ultimi quattro secoli. Possiamo dire che l’andamento è abbastanza costante nello spazio nel senso che le zone colpite sono più o meno sempre le stesse. Purtroppo è molto erratico nel tempo: periodi apparentemente tranquilli sono seguiti da periodi che sembrano molto più intensi. In realtà, sulla base dei dati disponibili non si osservano variazioni degni di nota nell’ultimo millennio”.

Non ci sono insomma motivi di particolare preoccupazione provenienti dall’attività sismica del nostro Paese in particolare e del nostro Pianeta in generale. Invece di fare inutili allarmismi che peraltro non fanno più clamore e lasciano ormai indifferenti le persone sarebbe oltremodo apprezzabile e doveroso impegnarsi nella messa in sicurezza del nostro patrimonio edilizio come ormai hanno già fatto o stanno facendo molti altri Paesi sismici.

Un esempio su tutti: il terremoto che il 21 agosto ha colpito Ischia. Un evento di una magnitudo che generalmente non costituisce fonte di danni e tanto meno di crolli, ma le caratteristiche geologiche del terreno, uniti alla scarsa qualità edilizia, hanno purtroppo determinato i crolli a Casamicciola.

 

 

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