Aspettando la processione in acqua della Madonna Fiumarola de’ Noantri, una tradizione che torna ad incantare i romani domenica 27 luglio, al Circolo Canottieri Lazio si è dibattuto di Tevere. Dalla sala sociale, oltre le vetrate e oltre la piscina, l’altra sera si poteva quasi toccare il fiume, e le rive, dove qualcuno si godeva una passeggiata in bicicletta. Per la conversazione pubblica, organizzata dal Consorzio Tiberina con l’associazione Amici del Tevere e con l’ospitalità del sodalizio sportivo presieduto da Raffaele Condemi, è stato scelto un titolo propositivo, che è già un programma: ‘Il Tevere a Roma. Da ferita nella città a luogo di vita e di coesione’.
Si trovano subito tutti d’accordo: la valorizzazione del nostro corso d’acqua può considerarsi una sfida veramente strategica per l’amministrazione capitolina. Lo conferma Giorgio Cesari, segretario generale dell’Autorità di Bacino del fiume Tevere, che dibatte incalzato dalla platea di piena centenaria, cambiamenti climatici e sistemi di governo del fiume. La diga di Corvara, ad esempio, ha salvato più volte Roma dalle piene, l’ultima imponente fu nel 1937. Dopo nessun altro evento eccezionale. Ma è arrivato il momento di sveltire le pratiche, e creare una conferenza permanente dei servizi. “Vorrei lanciare l’idea di un Contratto di fiume che farebbe storia, e i circoli sportivi potrebbero avere il vanto di portarlo avanti” ha aggiunto Cesari. I circoli storici che si affacciano sul fiume hanno ovviamente molto a cuore la sua salute. Il presidente del Tennis Club Parioli Maurizio Romeo dal tavolo dei relatori chiede: a che punto è la programmazione dei luoghi di esondazione? Cesari si concentra soprattutto sul deflusso del Paglia, affluente di destra del Tevere, piuttosto che su Aniene e Nera. “Forse con un’altra diga si starebbe più tranquilli” commenta. Il Tevere che esonda produrrebbe non solo danni materiali, ma anche di immagine in tutto il mondo. A livello internazionale il fiume di Roma gode di grande fama: l’ennesima dimostrazione è il progetto site-specific ‘Triumphs and Laments’ al quale lavora da tempo l’artista William Kentridge con il compositore Philip Miller e la direzione artistica di Kristin Jones, presidente di Tevereterno, dedicato a Roma e al Tevere. Verrà presentato il 12 settembre tra Ara Pacis e le rive del fiume a ridosso di Castel Sant’Angelo.
Per i promotori del dibattito, moderato da Giuseppe Maria Amendola, presidente del Consorzio Tiberina e dell’associazione Amici del Tevere, il suo rilancio “costituirebbe anche un grande laboratorio di coesione territoriale, integrando competenze amministrative in orizzontale e in verticale, nonché progettando interventi che coinvolgano ‘attori’ pubblici e privati di diverse estrazioni, per ottenere il miglior risultato complessivo”.
Attualmente, il Tevere può essere considerato quasi un corpo estraneo alla città, mentre un’azione mirata di valorizzazione darebbe grandi risultati, andando oltre l’intervento di manutenzione. James Cogan, esperto di programmi dell’Unione Europea – e membro del Consorzio Tiberina – sta lavorando per la partecipazione ai bandi di concorso che assegnano i fondi europei, puntando in una prima fase al raggiungimento del buono stato ecologico del Tevere, della piena navigabilità e della pulizia delle sponde. Un piano a medio-termine per migliorare questa linea d’acqua che taglia a metà Roma mentre la unisce al mare e al suo territorio naturale.
(r.p.)