Tmb Salario, Regione Lazio ritira Aia: la chiusura è definitiva

Nel centro, danneggiato lo scorso anno da un incendio, "non potranno essere più stoccati e trattati i rifiuti indifferenziati"

La chiusura del tmb di via Salaria è definitiva. Ieri l’assessore regionale del Lazio, Massimiliano Valeriani, ha ritirato l’autorizzazione integrata ambientale, l’Aia, che rende quindi inabile l’impianto a trattare e smaltire rifiuti. “Con determina della direzione regionale per il ciclo dei rifiuti è stata ritirata l’autorizzazione integrata ambientale all’azienda Ama per l’impianto di trattamento dei rifiuti di via Salaria”, scrive Valeriani.

Nel centro del Salario, danneggiato lo scorso anno da un incendio, “non potranno essere più stoccati e trattati i rifiuti indifferenziati da parte dell’azienda capitolina”. Adesso, prosegue l’assessore, Ama “proceda in tempi brevi alla bonifica e alla riqualificazione ambientale” poiché “la Regione ha mantenuto il suo impegno con le istituzioni locali e i cittadini del quadrante Salario”. Nell’area, che verrà quindi dismessa, la sindaca di Roma Virginia Raggi ha già annunciato tempo fa un progetto di riqualificazione che comprenderà, tra le altre cose, aree verdi e asili nido per i residenti del territorio.

Stamattina i primi commenti, sulla revoca dell’Aia, giunti dal Campidoglio arrivano dai consiglieri del Partito Democratico. “Ora Ama e Campidoglio non hanno più scuse, procedano alla bonifica del sito – dichiara Marco Palumbo –. In tempi brevi riqualifichi tutta l’area rimuovendo anche l’impiantistica, oltre che le circa 5mila tonnellate di rifiuti ancora presenti. E al tempo stesso si proceda con un concorso internazionale di idee per la riqualificazione architettonica dell’area che deve tornare in tempi strettissimi al servizio della città”.

“Ora bisogna passare dalle parole ai fatti – aggiunge Valeria Baglio – e risarcire il territorio con progetti di riqualificazione ambientali di alto livello. I cittadini che vivono in quel quadrante hanno il diritto di vederlo riscattare con il massimo impegno e la massima celerità”. Nel pomeriggio di ieri il presidente del III municipio Giovanni Caudo aveva anticipato che “i cattivi odori di questi giorni sono la prova della dismissione del tmb Salario. Il lavoro di normalizzazione dell’area procede e la puzza è dovuta alla movimentazione e allo svuotamento delle 5000 tonnellate di Fos (la frazione organica stabilizzata) ancora presente, rimasta lì dal giorno dell’incendio (a dicembre 2018, ndr)”. “Siamo all’ultimo atto”, aveva scritto Caudo, poi in serata l’annuncio della revoca dell’Aia da parte della Regione Lazio.

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