Tronca cerca comunicatori, ma non li trova

Tanti (troppi) i no e i ripensamenti

Cercare e non trovare. E’ il problema del commissario straordinario della capitale, Francesco Paolo Tronca, bisognoso di urgenti rinforzi sul fronte della comunicazione: una caccia spietata, avvicinando il fior fiore dei professionisti romani, ma che non sta sortendo alcun risultato. I no, infatti, non si contano. Dopo il suo arrivo a Roma, Tronca ha voluto al suo fianco la milanese Nicoletta Santucci, già fedelissima cronista delle vicende tronchiane quando Francesco Paolo guidava la prefettura di Milano (un fulgido esempio di questo rapporto di fiducia è fornito da un sobrio articolo visibile sul web alla pagina www.affaritaliani.it/milano/il-prefetto-di-milano-tronca-visita-la-caserma-teulie-364285.html), e già comunicatrice dell’agenzia VisVerbi, che poi è una delle fornitrici ufficiali dei giornalisti per le ospitate dei talk show televisivi (un nome tra tutti, quello di Andrea Scanzi).

 

Ha poi deliberato di assoldare lo spin doctor di Ignazio Marino, Paolo Guarino (autore del celebre slogan “Daje” che tanto ha fatto lavorare i comici, per l’incapacità dell’ex sindaco di parlare in romanesco), ma poi dopo pochi giorni si è rimangiato la nomina (che in Campidoglio, malignano, dicono che era stata sponsorizzata dal prefetto Franco Gabrielli), revocando clamorosamente l’atto (pare su input dei sacri palazzi che non avrebbero gradito le aperture culturali del prescelto). Roma non è Milano, e Tronca se n’è accorto. Ha scelto di correre ai ripari troppo tardi e con una esagerata quantità di passi falsi, quando i cannoni dei quotidiani (e non solo), riforniti senza sosta di ordigni dallo stesso Tronca con scelte assolutamente impopolari come per esempio quella di privatizzare gli asili nido, hanno iniziato a bombardare.

 

Quando qualcuno poi magari gli dirà di sì, verrà messo sotto il tiro dei cecchini muniti di mouse (non solo quelli di fede grillina): per non parlare della Corte dei Conti, pronta a contestare la scelta di assumere professionalità esterne all’amministrazione. E intanto sul colle capitolino dalla mattina alla sera il clima è rovente, rischiando di accapigliarsi pure nella redazione di un semplice comunicato stampa. Qualcuno un giorno gli dovrà spiegare che un comune, almeno quello di Roma, non è una caserma, e nemmeno un commissariato. Pure Giuseppe Garibaldi, amatissimo da Tronca, la parola “obbedisco” l’ha espressa solamente una volta. (g.f.)

 

 

 

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