Turismo, operatori in piazza contro piano Torpedoni

La bozza prevede un aumento di tariffe molto significativo per l'ingresso nell'anello ferroviario, passando dall'attuale regime nel quale gli operatori di bus pagano 3mila euro l'anno ai 36mila euro per un carnet di ingressi che corrisponde circa all'anno.

Bandiere in mano e fischietti rossi in bocca così si sono trovati a piazza Madonna di Loreto, all’incrocio tra piazza Venezia e via dei Fori Imperiali, i lavoratori e gli imprenditori del settore turistico, in particolare gli operatori del noleggio bus.

La protesta infatti nasce dalla bozza di delibera redatta dall’Assessorato alla Mobilità sostenibile, conosciuta come delibera anti torpedoni. La bozza prevede un aumento di tariffe molto significativo per l’ingresso nell’anello ferroviario, passando dall’attuale regime nel quale gli operatori di bus pagano 3.000 euro l’anno ai 36.000 euro per un carnet di ingressi che corrisponde circa all’anno. Inoltre, i pullman non potrebbero più entrare nella Ztl, dove rimarrebbero solo i pullman scoperchiati per i tour turistici.

In piazza, registrati all’appello redatto dagli imprenditori (ognuno ha chiesto ai suoi dipendenti di partecipare) erano 910. Un pullman è stato posto al centro della piazza e ogni tanto ha accompagnato il suono dei fischietti con quello del clacson.

“Vorremmo che il sindaco Virginia Raggi scendesse a parlare con noi” ha detto Andrea Genovese, segretario nazionale di Emet, sindacato noleggiatori autobus.
Alcuni dei manifestanti lo hanno preso troppo sul serio e hanno provato ad andare a prendere la sindaca superando il cordone di polizia che li divideva da Piazza Venezia. Non ci sono state tensioni, ma i manifestanti sono stati subito fatti rientrare in piazza Madonna di Loreto.

Il segretario dell’emergenza Genovese ha poi spiegato che cosa vorrebbero gli operatori: “Sicuramente gli incontri passati con l’assessore al Turismo del Comune di Roma hanno reso possibile un apertura. Meloni ha detto chiaramente che lui non condivide la scelta di tariffe così alte che ammazzerebbero il turismo. Noi chiediamo che resti in vigore l’attuale delibera 76 con delle modifiche, da portare attraverso l’istituzione di un tavolo tecnico per dare più servizi alla cittadinanza e ai turisti. Noi non siamo disposti a l’aumento delle tariffe, siamo disposti però a pagare un prezzo per avere dei servizi in cambio. Noi oggi paghiamo una tassa solo per accedere alla città di Roma. Saremmo disposti a pagare per parcheggi, stalli telecamere, controlli, servizi igienici nei punti di scambio e punti ristoro”. Mentre Renzo Copping, segretario regionale d Sul CT ha spiegato I rischi per i lavoratori: “Sono a rischio migliaia di posti di lavoro sia tra gli autisti dei pullman che nell’indotto. L’amministrazione non può essere sorda alle richieste della categoria. Con 36mila euro l’anno per entrare si uccidono i piccoli imprenditori e il lavoro”.

In piazza insieme ai noleggiatori di bus c’erano anche le guide turistiche. Isabella Ruggero, leader del Agtar (associazione guide turistiche abilitate Roma) ha spiegato: ” questo piano interessa tutto il comparto del turismo. Togliere i Pullman significa impedire ai turisti con cui noi lavoriamo di accedere al centro storico, obbligandoli o a fare tutto a piedi o a prendere i mezzi pubblici, cosa completamente assurda visto che il sistema di Tpl è già al collasso”. “Il Comune – ha detto Ruggero – deve capire che il turismo è una fonte di ricchezza per Roma”. “Siamo d’accordo che bisogna mettere mano a un piano bus per migliorare il decoro – ha poi concesso – ma non si può dall’oggi al domani impedire l’accesso perché significa non rendersi conto di come funziona il turismo nel mondo: i pacchetti turistici si vendono un anno prima, già sono stati venduti e quindi cambiare così l’accesso farebbe un danno terribile. Vogliono distruggere il turismo”.

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