Ecco in breve la storia d 5 lustri del clan Casamonica. Famiglia Sinti di origini Abruzzesi si ferma a Roma dove a metà degli anni ’70 diviene una costola importante della Banda della Magliana. Agli ordini dello storico cassiere Nicoletti si occupa da subito di strozzinaggio e spaccio di stupefacenti. Negli anni ’80 e ’90 assume il controllo del mercato della droga in tutta la zona di Roma est e sud-est. Ma è verso la fine del secolo scorso che Vittorio Casamonica compie il salto di qualità.
Si infiltra nelle istituzioni fino a stringere veri e propri affari alla luce del giorno con il Comune. Il culmine avviene con la giunta Alemanno, in imbarazzo durante l’ultima campagna elettorale che lo vede ritratto in foto con un componente pluripregiudicato della famiglia Casamonica. Vittorio si è preso Roma. Le istituzioni, le cooperative sociali. Oggi alcuni membri del clan sono indagati in Mafia Capitale e verranno processati a Novembre.
Ma negli ultimi anni Vittorio aveva capito che per “ripulire” alcuni proventi non dichiarabili aveva bisogno di attività legali. Quale modo migliore se non acquisirle dai suoi debitori? Così chi non riusciva a pagare i propri debiti ad interessi a doppia cifra mensile erano costretti a cedere le proprie attività. Le sue preferite quelle legate alla ristorazione e all’intrattenimento. Nel 2012 gli vengono sequestrati un ristorante ed una discoteca in zona Testaccio.
Una vittima di questo sistema, presente ai funerali del Boss non certo per applaudire ci racconta la sua storia:
“Avevo un locale molto in voga circa 10 anni or sono, gli affari andavano piuttosto bene e finalmente vedevamo i frutti di tanti sacrifici. Un giorno un cliente ci presenta un personaggio, non giovanissimo per frequentare certi ambienti. E’ Vittorio Casamonica. Dopo pochi convenevoli ci dichiara il suo interesse all’attività. Non sembra male intemnzionato e non ci minaccia in nessun modo. Pochi giorni dopo il suo gancio ci viene a trovare e ci fà sapere che sarebe stato meglio per noi cedere l’attività ai Casamonica. Nessuno si mette contro di loro. Così siamo costretti a vendere il nostro sogno al “Re” di Torbellamonaca. Il prezzo ovviamente lo stabilisce Lui”
Questo breve racconto ci dimostra anche che il metodo Casamonica non ha bisogno di violenza, basta il timore e quello che loro chiamano “rispetto” a far crescere l’attività imprenditoriale del clan. D’altronde la loro filosofia li ha sempre reso noti per essere dei tagliaorecchie che non hanno mai amato sparare. Sparando si finisce dritti in galera, non in Paradiso.
DC