“Una vicenda spiacevole che è durata fin troppo”, le suore di via Beata De Mattias sono a dir poco infastidite dalle voci che da qualche settimana a questa parte stanno circolando nel quartiere Appio Metronio e in particolare nella zona di piazza Epiro-via Gallia. E’ da poco finita infatti la ristrutturazione di uno stabile delle suore, all’angolo tra via Lucia e via Taurasia. Esponenti della destra del VII municipio hanno contribuito a diffondere la notizia che nell’edificio nascerà un centro d’accoglienza per migranti.
Al municipio VII non ne sanno niente, come non ne sanno niente nemmeno alla Prefettura di Roma. Dunque, lo stabile di via Licia, almeno al momento, non rientra nell’elenco delle strutture che, nel quadro dei ricollocamenti nazionali, dovrebbero andare appunto per l’accoglienza.
L’accordo Anci-ministero dell’Interno prevede una maggiore concertazione tra prefetture e comuni sui luoghi dove far alloggiare i richiedenti asilo, proprio per evitare che nascano controversie con le comunità locali. L’allarmismo d’altronde si diffonde facilmente: “Arriverà un’orda di bosniaci”, diceva un gruppo di cittadini qualche giorno fa, e questo la dice lunga sulle dicerie che possano nascere.
E’ dunque possibile che a via Licia-via Taurasia nasca una sorta di albergo o pensionato, che occasionalmente potrebbe ospitare un paio di famiglie di migranti che rientrano nei piani di accoglienza che la Conferenza Episcopale Italiana ha pensato per i richiedenti asilo. Ad oggi, non c’è nessun indizio che faccia pensare a una struttura per numeri elevati da destinare ai rifugiati.
La pressione su Roma e sul Lazio è comunque innegabilmente forte. La nostra regione ospita il 9% dei migranti, ed è la seconda in Italia assieme alla Campania, dopo la Lombardia. Le nazionalità più rappresentate sono la nigeriana, la bengalese, e la guineana. Proprio nigeriani sono i ragazzi che in questi giorni si sono organizzati per pulire le strade di Roma con scopa e paletta.