Voto Sicilia: per M5S primo passo per Palazzo Chigi

Per i cinquestelle un appuntamento elettorale strategico per misurarsi su crescita e impatto di Raggi e Appendino

Fin dai primi anni della Repubblica il voto siciliano ha rappresentato un banco di prova per le elezioni politiche nazionali e per gli assetti governativi. Per questo motivo tutti i big dei partiti italiani annettono una grande importanza alla consultazione dell’Isola di domenica 5 novembre. L’unico a parlare di test a livello locale senza alcuna valenza sul quadro nazionale é stato il leader del Pd Matteo Renzi, ma probabilmente questa sua affermazione è dovuta al fatto che il candidato del centrosinistra, Fabrizio Micari, non sembra avere alcuna chanche rispetto ai due principali pretendenti alla carica di “governatore” della Sicilia, ovvero Nello Musumeci del centrodestra e Giancarlo Cancelleri del M5S.

Gli ultimi sondaggi effettuati prima del blocco della loro pubblicazione danno un testa a testa tra Musumeci e Cancelleri, con il primo in leggero vantaggio di circa due punti e mezzo. Micari viaggia più distanziato di oltre dieci punti.

Gli oltre quattro milioni di siciliani chiamati alle urne sono stati solleticati da tutti i partiti. In particolare sono i cinquestelle a puntare grosso sull’Isola. Beppe Grillo, il candidato premier Luigi Di Maio ed Alessandro Di Battista hanno battuto ogni angolo della regione per conquistare il maggior numero di consensi per Cancelleri e per la lista M5S. Una vittoria pentastellata significherebbe un buon viatico per le elezioni politiche nonostante la nuova legge elettorale oltreché, nell’immediato, la conquista di una grande regione, per di più a statuto speciale (non tutti sanno che il “governatore” può partecipare alle riunioni del Consiglio dei ministri).

Per i cinquestelle la conquista della Sicilia, dopo quella di Roma e Torino, rappresenterebbe la classica ciliegina sulla torta e aumenterebbe la possibilità di approdare a Palazzo Chigi. Ma sul voto di domenica potrebbero pesare negativamente proprio le vicende all’ombra del Cupolone e della Mole. Le disavventure della Raggi e della Appendino potrebbero allontanare dalle urne potenziali elettori grillini (favorendo l’astensionismo che dovrebbe essere molto alto) o indirizzarli verso un voto diverso. La risposta la troveremo ad urne chiuse e schede scrutinate.

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