“Dovete rimanere ottimisti e concentrarvi su quello che volete costruire”. Non sarà il celeberrimo “stay hungry, stay foolish” di Steve Jobs, ma il discorso di Mark Zuckerberg alla Luiss lo ricorda molto. “Questa città – ha detto il fondatore di Facebook – merita amore”. Già, Roma merita davvero tanto amore. Perché è indubitabilmente la città più bella del mondo, dotata di un patrimonio artistico che non ha eguali. Ma, proprio per questo, deve essere amata e coccolata. Perché altrimenti la bellezza sfiorisce, e rimane soltanto il ricordo dei bei tempi andati.
Dal canto suo Zuckerberg si è dimostrato, per dirla alla romana, un po’ “paraculo”. Ha annunciato aiuti per 500.000 euro alla Croce Rossa Italiana dopo il disastro del terremoto, ma si è guardato bene dallo sborsarli: ha semplicemente concesso la cifra attraverso banner sul suo Facebook. Un po’ poco per un ragazzo di 32 anni che può vantare un patrimonio stimato in 54,5 miliardi di dollari, cifra che lo fa il sesto uomo più ricco del mondo.
Ma è la new economy, bellezza, in cui i beni intangibili e immateriali hanno definitivamente soppiantato la manifattura. E dove i nuovi magnati possono offrire alle popolazioni in difficoltà aiuti altrettanto “astratti”. Perché 500.000 euro, ovvero un centomillesimo della ricchezza di Zuck, sarebbero stati utilissimi per offrire sistemazioni più decorose ai terremotati o per iniziare una lunga e dolorosa ricostruzione. Ma no, Mark in cattedra è prodigo di consigli – alcuni anche scontati – ma non altrettanto generoso quando si tratta di tirare fuori il portafoglio. Un atteggiamento che non si merita proprio un canonico “like”. (Marco Scotti)