Su come sarà il Regno di Carlo III, successore della Regina Elisabetta II, Radicololonna lo chiede al Prof. Paolo Mattera, docente di Storia Contemporanea presso l’Università Roma Tre, che ricorda soprattutto l’impegno del primogenito di Elisabetta sui temi ambientalisti. “Prima di tutto – rileva – data l’età, quello di Carlo III sarà un Regno di transizione. Dobbiamo tenere conto di due cose, ovvero che i Re britannici sono dei sovrani costituzionali, ed hanno un potere di intervento sul Governo molto limitato, e la seconda è che i Re hanno una funzione più che altro simbolica e di influenza sull’opinione pubblica. Carlo nel tempo ha più volte mostrato sensibilità sulle questioni legate all’ambiente, e in un’epoca in cui le questioni ambientali e sul cambiamento climatico sono di scottante attualità, Carlo potrebbe decidere di rivestire qualche ruolo per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi”.
Come potrebbero cambiare i rapporti tra l’Italia ed il Regno Unito targato Carlo III? Secondo Mattera i rapporti tra i due Paesi non sono destinati a cambiare, “Da parte britannica certamente no, perché Italia e Gran Bretagna sono schierati nelle medesime coalizioni a livello internazionale ed hanno lo stesso allineamento, confermato anche rispetto al conflitto tra Russia ed Ucraina”.
Infine una riflessione sui rapporti possibili tra il nuovo Sovrano e il Primo Ministro inglese Liz Truss, che come ricorda Mattera sono rigidamente riservati, “La Monarchia britannica è di tipo costituzionale e quindi i rapporti tra Sovrano e Primo Ministro sono riservati, inoltre dobbiamo ricordare che l’attuale Primo Ministro è stata scelta dagli iscritti del partito Tory (conservatori) ed è espressione della parte più a destra di essi, e la domanda che ci si pone è se un leader così spostata a destra possa essere in sintonia con il popolo britannico, visto che negli ultimi sondaggi i Labour (laburisti) sono in crescita” – conclude poi Mattera – “A questo punto bisognerà studiare il linguaggio indiretto tra i due su temi come crisi sociale, ambiente e crisi climatica e se il Primo Ministro deciderà di raccogliere questi spunti oppure di glissare, e da questo avremo dei fattori per interpretare gli avvenimenti”.
Infine un commento sulla opinione diffusa con la scomparsa della Regina Elisabetta II segni la definitiva fine del Novecento. “Sul piano sostanziale no – afferma Mattera – perché la fine del secolo è datata 2008-2009 con la grande crisi economica, l’emergere della potenza cinese ed i nuovi equilibri delle potenze mondiali, mentre adesso è per esempio la guerra in Ucraina ad avere effetti su questi equilibri, la morte della Regina Elisabetta non può avere nessuna influenza diretta su questi fenomeni, forse l’unico modo per cui può essere ricordata in un’ottica di lungo periodo è sul piano simbolico”.