Caro bolletta: Savoriti, “unica via energie rinnovabili, Regione tagli burocrazia”

Per il presidente dei giovani imprenditori di Unindustria, titolare di Sama, azienda specializzata nel recupero della carta destinata al macero, "la Regione sta facendo molto ma deve velocizzare ancora di più gli iter burocratici per le autorizzazioni a installare impianti di autoproduzione di energia derivata soprattutto dal ciclo dei rifiuti"

photo credit: Unindustria

Corrado Savoriti è presidente dei giovani imprenditori di Unindustria ed è titolare di Sama, azienda specializzata nel recupero della carta destinata al macero: da oltre 40 anni recupera e rimette in commercio la carta dalla raccolta differenziata urbana, da giornali e riviste, negozi e supermercati, tipografie. Almeno 50 i dipendenti e due impianti di produzione a Frosinone e Teramo: il fatturato annuo medio di 16 milioni di euro e nel primo semestre del 2022 ha raggiunto i 10 milioni. La stima era di raddoppiarlo entro il 2022 e ripartire dopo il Covid, ma le prospettive sono pessimiste a causa del caro bollette.

Rischiate di fallire?

“Il paradosso è che noi non possiamo neanche chiudere o mettere il personale in cassa integrazione perché sarebbe interruzione di pubblico servizio: i Comuni scaricano a noi la carta e il cartone della differenziata e se ci fermassimo le strade sarebbero invase di rifiuti”, ha detto in un’intervista a la Repubblica.

Qual è la vostra attività?

“Noi prendiamo la carta, la selezioniamo, la puliamo dalle impurità, la imballiamo e la vendiamo alle cartiere che la macerano e producono altre bobine di carta per tipografie o imballaggi. Ma la bolletta dell’energia elettrica per l’impianto di pressatura di Frosinone è aumentata fino a 5 volte e sta crollando il fatturato perché non sappiamo più a chi vendere la carta: molte cartiere stanno fermando i macchinari”.

Perché?

“Le loro caldaie consumano molto gas perché usano il vapore per asciugare la carta che passa sui rulli bollenti e non comprano più carta riciclata: fino a pochi mesi fa pagavano fino a 200 euro a tonnellata di carta, adesso al massimo 80 euro. Si sta fermando tutta la filiera della carta da riciclare, noi siamo un anello della catena. Siamo molto preoccupati: da Sora, dove c’è il secondo polo produttivo d’Italia con una ventina di cartiere, arrivano notizie allarmanti. È anche un problema ambientale”.

Legato ai rifiuti?

“Nel 2021 le cartiere italiane hanno recuperato sei milioni di tonnellate di carta da riciclare sia dal settore pubblico che privato. Con lo stop delle cartiere rimarrebbero invendute almeno 10mila tonnellate di carta non riciclata al giorno. Che si fa con questa carta?”.

Esportarla? Del resto Roma già manda all’estero i suoi rifiuti.

“Giusto, ma dipende dagli altri Paesi. Altrimenti bisogna stoccarla. Il problema è che i magazzini si stanno già riempiendo e dal prossimo mese ci saranno problemi seri”.

Come se ne esce?

“Con le energie rinnovabili per le quali il Pnrr ha destinato 59 miliardi. Oltre al fotovoltaico le aziende stanno puntando sull’autosufficienza con l’energia eolica, geotermica, da biomassa e idroelettrica. Ci sono casi positivi come la Cartiera di Guarcino che autoproduce l’energia elettrica. Ma c’è un problema”.

Quale?

“La Regione sta facendo molto ma deve velocizzare ancora di più gli iter burocratici per le autorizzazioni a installare impianti di autoproduzione di energia derivata soprattutto dal ciclo dei rifiuti. La burocrazia crea una via crucis infinita, il caso Catalent è rappresentativo. Siamo dentro la tempesta perfetta, chiediamo alla Regione tempi certi, 45 o 60 giorni al massimo per avere una risposta”, conclude.

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