Clima: Legambiente, Lazio terza regione per eventi estremi

a Roma più alte conseguenze

Lazio al terzo posto tra le Regioni per numero di eventi climatici estremi: 136 dal 2010 al 2022. Record di calore in Italia quest’anno registrato a Guidonia con 41,2°C e a Roma il numero più alto di conseguenze del clima impazzito. Piana Pontina, piana di Fondi e foce del Tevere tra le aree che rischiano di scomparire. E’ quanto emerge dal report CittàClima 2022, pubblicato da Legambiente. Una analisi su un clima già cambiato e sugli impatti estremi di caldo, siccità, violenza dei fenomeni estremi e le l oro conseguenze sui territori. Il Lazio terza Regione per eventi estremi dal 2010 al 2022 con 136. Considerando le violente ondate di calore della scorsa estate, il record nazionale si è registrato a Guidonia Montecelio (RM) con 41,2°C e con 40°C al secondo posto italiano ci sono Roma e Viterbo (insieme a Prato e Firenze). Viterbo inoltre ha visto crescere la mortalità legata all’ondata di calore della seconda metà di luglio 2022 di +48 per cento (7° peggior dato nazionale). Nella Capitale è salita di +2,66°C la temperatura media registrata tra il 1960 e oggi secondo i dati di Berkeley Earth e tra le aree urbane costiere che rischiano di essere sommerse dall’innalzamento dei livelli del mare e scomparire, nel Lazio ci sono la piana Pontina, quella di Fondi e l’intera area della foce del Tevere.

“Le emissioni di gas climalteranti hanno scatenato mutamenti climatici violenti e conseguenze sempre più chiare anche a Roma e nel Lazio, dove la Capitale ha il record nazionale assoluto di città più colpita da eventi estremi e nella Regione, a Guidonia si è registrato il picco massimo di caldo con una temperatura di oltre 41 gradi nella scorsa estate – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio -, Roma è tra le città del Mediterraneo con il più elevato aumento della temperatura media e lungo il nostro litorale, aree come la piana Pontina, quella di Fondi e tutta l’area della foce del Tevere, a causa dell’innalzamento del livello dei mari, sono destinate a essere sommerse”.

Quello di Roma è infatti il record negativo tra le città italiane più colpite da eventi estremi legati al cambiamento climatico: dal 2010 a fine ottobre 2022 ci sono stati 66 eventi di cui 39 allagamenti a seguito di piogge, in 14 casi è stata causata l’interruzione di infrastrutture viarie e ferroviarie. Le conseguenze estreme sono legate all’impermeabilizzazione del suolo non più in grado di assorbire le piogge e diluirne gli effetti, alle grandi siccità come quella di questa annata e basti pensare al livello del Lago di Bracciano ri-sprofondato a -141cm sotto il livello zero (dati Bracciano Smart Lake) o alle risorsa idriche razionate in tanti Comuni; altra criticità nel territorio della Capitale riguarda il litorale colpito nei recenti anni da violente trombe d’aria e mareggiate con eventi drammatici a Ostia.

“Nel Lazio tutte le agende politiche, istituzionali e delle grandi aziende devono porre come elemento prioritario un incessante contrasto alle emissioni climalteranti, la mitigazione delle conseguenze e l’adattamento del territorio – continua Scacchi -. Oggi come non mai bisogna saldamente costruire il futuro della nostra Regione su 4 pietre angolari imprescindibili: la generazione energetica solo da fonti rinnovabili, la gestione del ciclo dei rifiuti e nel solco dell’economia circolare, il rilancio della mobilità pubblica collettiva riducendo al minimo gli spostamenti su vetture private a motori endotermici, il rafforzamento e il protagonismo di quella enorme infrastruttura verde fatta di alberi in strada, boschi, parchi, acque interne. L’ecosistema verde ha un ruolo decisivo per la capacità di catturare anidride carbonica e ridurre le isole di calore grazie alle chiome arboree; altrettanto decisive saranno le scelte politiche per liberare le città dal mortale abbraccio delle autovetture ovunque come quelle per destinare i rifiuti a filiere di rigenerazione escludendo invece nuovi sciagurati percorsi di incenerimento. E ancor più decisiva sarà la generazione di paesaggi energetici dove sorgano aereogeneratori eolici e pannelli fotovoltaici in grado di mettere la parola fine all’era della produzione energetica da fonti fossili e della centrale a Carbone di Civitavecchia che continua ad essere il luogo più inquinante e climalterante d’Italia”, conclude.

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