Emergenza acqua anche a Roma

91 condomini nel VII municipio a secco per molte ore al giorno.

Domus Appio Latino

Roma è da sempre nota per le sue fontane, i nasoni, l’abbondanza di acqua.

Eppure dopo millenni di prosperità, sembra che questo bene prezioso stia per finire, almeno in un preciso quadrante della Capitale: il quartiere appio-latino.

Sono infatti 5 mesi che in molti edifici non arriva pressione sufficiente a servire gli appartamenti.

Abbiamo raccolto l’indignazione di molti abitanti che, a fronte di una bolletta sempre più cara, spesso devono uscire di casa senza potersi fare una doccia.

Infatti dalle 7 alle 10 di mattina, oramai quotidianamente manca l’acqua.

Ma cosa sta succedendo?

Dopo diversi esposti ad ACEA, i comitati di quartiere hanno avuto una risposta ufficiale: seguendo le direttive comunali contro lo spreco e le dispersioni, ACEA ha ridotto notevolmente la pressione generale, con le conseguenze appena raccontate.

Sempre la municipalizzata precisa che la pressione è ancora al di sopra della norma per cui non si ritiene in dovere di riportarla ai valori precedenti che provocherebbero rotture sulle vecchie tubazioni e sprechi per l’eccessiva fuoriuscita dalle fontane pubbliche.

Ovviamente gli abitanti non ci stanno e hanno organizzato già un sit-in e una manifestazione pubblica di protesta.

Già ad agosto la ex sindaca Raggi si era fatta sentire presso il consiglio comunale di cui fa parte, sollecitando una soluzione rapida ed efficace.

E’ di recente intervenuto anche il sindaco Gualtieri, dopo che la vicenda è stata oggetto di interrogazione parlamentare.

Gualtieri ha confermato la linea di ACEA, pur prendendosi carico di affrontare caso per caso i 91 palazzi che sono colpiti dalla sciagura. (Circa 6000 persone!).

Sembrerebbe infatti che sia gli allacci degli edifici che gli impianti interni di distribuzione concepiti a cascata, cioè con un sistema che porta l’acqua in cima ai palazzi (dove un tempo esistevano cassoni di accumulo), per poi ridiscendere con singole condotte negli interni privati, siano la causa di queste interruzioni.

Nel frattempo i malcapitati sono sempre più disperati e intraprendono azioni pesanti sia sul piano legale, già sono stati denunciati ACEA, dirigenti e Comune, sia dal punto di vista personale con minacce di suicidio e proteste ai limiti del lecito.

Suggeriremmo ad ACEA di ripristinare temporaneamente la vecchia sovrimpressione, fino a che non risolveranno le anomalie dei singoli impianti; una soluzione logica e che va incontro alle esigenze essenziali delle persone.

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