Emergenza climatica: le mosse del Campidoglio per mettere in sicurezza il territorio

Presentato oggi in Campidoglio il documento votato dalla giunta Gualtieri con una proposta di Strategia che definisce in due punti chiave gli obiettivi da perseguire per limitare gli effetti del cambiamento climatico: mitigazione e adattamento

Definire una strategia per rispondere all’emergenza climatica e mettere in sicurezza il territorio: è quello che prova a fare il documento votato dalla giunta capitolina e presentato questa mattina nella Sala della Protomoteca. Una proposta di Strategia, che definisce in due punti chiave gli obiettivi da perseguire per  limitare gli effetti del cambiamento climatico: uno, riguarda appunto la mitigazione, ossia la riduzione delle emissioni di gas nocivi per l’ambiente, l’altro, le strategie di adattamento. Roma – si legge in una nota del Campidoglio – è stata scelta dalla Commissione Europea tra le 100 città della Mission “Carbon-neutral and smart cities by 2030” e fa parte delle reti C40 “Reinventing Cities”, impegnate a combattere il cambiamento climatico anche con i piani di rigenerazione urbana. Non solo, Roma è anche la prima città in Europa ad essere stata selezionata dalla Commissione Europea nel programma di supporto alle PA (TSI – Technical Support Instrument), con un progetto sul contrasto delle isole di calore urbane. La Capitale, in questo modo, avrà accesso a un supporto finanziario per definire un piano di azione entro il 2025.

Per quanto riguarda il documento presentato oggi, verrà sottoposto a una consultazione pubblica – che si chiuderà il 30 aprile, con il voto dell’Assemblea capitolina – attraverso un calendario di sette appuntamenti, tra conferenze e workshop tematici, tavoli con gli stakeholders e con le istituzioni competenti (ministero dell’Ambiente, Regione e Città Metropolitana).

.Rispetto alla mitigazione, si legge ancora nella nota, l’Assemblea capitolina ha approvato a novembre scorso il Piano Clima per ridurre le emissioni di Co2, che punta a una riduzione del 66,3% entro il 2030 per contribuire all’obiettivo dell’Accordo di Parigi, che ha l’obiettivo di limitare al di sotto degli 1,5 gradi l’aumento medio della temperatura globale entro questo secolo.

A distanza di un anno dall’impegno assunto di definire le strategie di adattamento climatico e rispondere agli impatti che la città già sta subendo, viene quindi presentato un documento al quale hanno contribuito 70 tra ricercatori di Enea, Ispra, Fondazione Cmcc, Cnr, Istat, Dipartimento di epidemiologia ASL Roma 1 e Università, oltre che l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale, il Consorzio di Bonifica Litorale Nord, Areti, il gruppo FS e le diverse strutture e i dipartimenti dell’amministrazione capitolina. Il Piano ricostruisce il quadro analitico dei rischi per la città e individua le priorità di intervento, con gli obiettivi e le misure, le competenze e i finanziamenti necessari.

Le priorità individuate sono quattro: la maggiore intensità e frequenza di piogge e alluvioni (con danni crescenti ovunque, soprattutto in certe zone e in certi quartieri più esposti), la sicurezza degli approvvigionamenti idrici di fronte ai periodi di siccità (risparmio, riduzione delle perdite, riciclo ecc.), la crescita delle temperature e delle ondate di calore (incendi, minaccia alla biodiversità, danni alla salute a partire dai soggetti più fragili e in zone più periferiche) e l’intensificarsi di impatti sul litorale (erosione, mareggiate, trombe d’aria, innalzamento dei livelli del mare).

La strategia di adattamento climatico di Roma Capitale si concentra su tre linee principali di intervento: le misure di prevenzione, allerta e protezione civile (informazione, sensibilizzazione, interventi), monitoraggio, studio e approfondimento (studio e previsione di scenari) e  misure per rafforzare la resilienza rispetto alle priorità individuate (25 misure per rafforzare la resilienza degli spazi urbani, degli ecosistemi e del tessuto sociale e economico).

Alcuni interventi sono già partiti, come nel caso della rete idrica dove, in questi anni, sono state ridotte le perdite al 27,8% (42% la media nazionale). Ci sono poi opere finanziate come la realizzazione dell’Acquedotto del Peschiera(1,2 miliardi, di cui 700 milioni stanziati dallo Stato e il resto dalla tariffa del servizio idrico integrato), la prima fonte di approvvigionamento idrico della Capitale. E poi la messa in sicurezza idraulica dei fossi (Malafede, Tor Sapienza, Acqua Acetosa, e dei canali Bagnolo e Pantano, Palocco, Dragoncello con oltre 56 milioni di euro da fondi Pnrr e Piani stralcio MASE 2020-2021-2023), piani di ulteriore riduzione delle perdite idriche su ATO 2 (343 milioni di euro da fondi PNRR, per il periodo 2023-2028). E ancora gli investimenti con fondi giubilari, PNRR, nazionali e comunali da circa 180 milioni di euro per la realizzazione di interventi diversi come l’adeguamento di collettori fognari e caditoie, un grande piano di forestazione urbana, nuovi parchi lungo il Fiume Tevere e delle dune a Ostia, riqualificazione di piazze e spazi pubblici con obiettivi di adattamento climatico.

Secondo le stime dell’Autorità di bacino, per mettere in sicurezza la città dalle alluvioni occorrono interventi per 840 milioni di euro per il Tevere, l’Aniene e gli altri corsi d’acqua minori.

 

 

 

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