Fridays for future: a Roma in piazza contro il cambiamento climatico – FOTOGALLERY

Anche Legambiente, con i giovani attivisti di Youth4planet e i suoi circoli, aderisce allo sciopero globale del 3 marzo “Global climate strike” promosso in 50 città italiane per porre l’attenzione sui temi della transizione ecologica e della decarbonizzazione

Il sit in degli ambientalisti in via Merulana a Roma.

È partito stamattina da piazza della Repubblica a Roma il corteo della manifestazione indetta dagli attivisti di Fridays for future contro il cambiamento climatico, con manifestazioni previste in 50 piazza d’Italia. I manifestanti, dopo aver occupato via Merulana, si dirige verso Porta San Giovanni, dove è prevista la conclusione della manifestazione.

In testa al corteo fumogeni viola e un lungo striscione verde tenuto in mano dai manifestanti recita: “La nostra rabbia è energia rinnovabile”. “A tutto gas nella direzione sbagliata”: al suono di questo slogan anche Legambiente, con i giovani attivisti di Youth4planet e i suoi circoli, aderisce allo sciopero globale del 3 marzo “Global climate strike” promosso dai Fridays for future, previsto in tutto il mondo e nelle principali piazze italiane.

Da Roma a Napoli, da Bologna a Bari, da Milano a Palermo, anche l’associazione ambientalista, attraverso il suo coordinamento nazionale giovani, fa sentire la propria voce in difesa del clima, per chiedere l’abbandono del modello energetico basato sulle fonti fossili, a favore di politiche climatiche più ambiziose ed efficaci e azioni concrete.

“Capitalismo e guerra distruggono il pianeta”, recita uno striscione. “Eni, gas e luce leva la maschera”, è un altro. Un cartonato di un cane a sei zampe sovrasta una montagna di soldi all’angolo con via delle Terme di Diocleziano. “Una provocazione per smascherare le politiche di green washing che vediamo nelle aziende capitalistiche”, spiega un manifestante. “Aziende – aggiunge – che si riempiono la bocca di una ecosostenibilità dedita invece al profitto”.

Al governo “chiediamo misure radicali per finanziare comunità energetiche rinnovabili – ha concluso -. Investire in città che oggi sono invivibili, in trasporto pubblico e ciclabili per favorire la decarbonizzazione. Ci aspettiamo da tutti i partiti, soprattutto quelli che si dichiarando di sinistra, un cambio radicale”. Il corteo partirà a breve da Piazza della Repubblica e raggiungerà Porta San Giovanni.

La crisi climatica accelera sempre di più la sua corsa insieme agli eventi estremi, che stanno avendo impatti sempre maggiori sui paesi di tutto il mondo, a partire dall’Italia: secondo i dati dell’Osservatorio di CittàClima di Legambiente, nel 2022 sono stati 310 gli eventi climatici che hanno provocato impatti e danni da nord a sud, e causato 29 morti (un incremento del 55 per cento di casi rispetto al 2021). Siccità, alluvioni, ondate di caldo anomalo e di gelo intenso, frane, mareggiate, grandinate che non risparmiano ormai nessun paese sul pianeta.

L’associazione ambientalista chiede perciò al governo di ascoltare le richieste dei giovani, ricordando che, per fronteggiare la crisi climatica ed energetica, è fondamentale puntare e investire, in primis, su fonti rinnovabili ed efficienza energetica.

“La sfida del clima – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – è la più ampia, globale e importante che abbiamo davanti. Ma l’Italia continua a dimostrarsi sempre più indietro, con politiche governative poco incisive e incentrate sulle fonti fossili: i nuovi accordi che il governo Meloni sta stringendo in Libia e Algeria, l’arrivo dei nuovi rigassificatori e il potenziale raddoppio del Tap (Trans-adriatic pipeline) sono solo alcuni dei simboli di una strategia che vuole fare dell’Italia il futuro hub del gas per l’Europa. Oggi scendiamo in piazza per chiedere un cambio di passo immediato. Siamo stanchi di rincorrere le emergenze senza una strategia chiara di prevenzione, che permetterebbe di risparmiare il 75 per cento delle risorse economiche spese per i danni provocati da eventi estremi. Al governo Meloni – ha proseguito Ciafani – chiediamo, ancora una volta, di mettere al centro dell’agenda una serie di azioni urgenti: ad una veloce approvazione del piano nazionale di adattamento climatico, attualmente in fase di consultazione pubblica, devono seguire lo stanziamento di adeguate risorse economiche per attuarlo, non previste dalla legge di bilancio approvata; l’aggiornamento del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) agli obiettivi europei di riduzione dei gas climalteranti del REPowerEU, dimenticato dal governo Draghi; nuove semplificazioni per tutti gli impianti a fonti rinnovabili, a partire dal repowering per gli impianti eolici esistenti; la velocizzazione degli iter autorizzativi con nuove linee guida del ministero della Cultura per le sovrintendenze e una forte azione di sostegno e sollecitazione alle regioni per potenziare gli uffici che autorizzano gli impianti. Oltre ad una seria politica di riqualificazione del patrimonio edilizio, in grado di rispondere alle nuove direttive europee. Un cambio di rotta, insomma, che miri ad abbattere tutti gli sprechi, a implementare quante più comunità energetiche possibili, a sviluppare reti elettriche e accumuli, e, soprattutto, a mettere in opera tutti quegli impianti da fonti rinnovabili, dai piccoli a quelli di taglia industriali, necessari per traguardare seriamente l’orizzonte della decarbonizzazione al 2035”.

Oltre alle bandiere di Fridays for future sono molti i simboli di protesta un gonfiabile a forma del pianeta terra è tenuto in alto da due attiviste, mentre striscioni e cartelloni colorati sventolano nel cielo. In testa al corteo anche degli attivisti travestiti da palombari a simboleggiare l’innalzamento del livello dell’acqua. Ad animare la manifestazione anche la musica, proveniente dalle casse installate a bordo di un camioncino.

 

 

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