Il made in Italy per rispondere all’emergenza climatica

Un'azienda pugliese, una delle rare in Europa, produce vetrate panoramiche con celle fotovoltaiche integrate. E l’abitazione risparmia il 50% del proprio fabbisogno energetico termico

Esistono eccellenze spesso poco conosciute ma che fanno l’orgoglio del made in Italy. Immaginate una vetrata panoramica e pensate che in quel prodotto vengono innestate, diciamo così, piccole celle fotovoltaiche che rendono la villa o l’appartamento gestibile dal punto di vista energetico: “Siamo ancor pochi in Europa a produrre vetrate di questo tipo -spiega Vito Chirenti, amministratore dell’omonima azienda che ha sede a Lecce, Puglia nel cuore del Salento. Abbiamo calcolato che è possibile, con questa soluzione, garantire il 50% del fabbisogno energetico termico della propria casa. E, per di più, per installarle non c’è bisogno di particolari autorizzazioni perché si tratta di strutture amovibili”.

È, del resto, proprio nelle abitazioni che si gioca la battaglia fondamentale per la sostenibilità. Un’emergenza climatica alla quale la Commissione Europea sta cercando di far fronte proponendo, nel settore dell’edilizia, il reato ambientale di “spreco energetico”. I balconi inutilizzati e le strutture opache verticali o orizzontali, ad esempio, rappresentano le maggiori criticità nella dispersione termica edile (appartamento o intero edificio) con valori approssimativi del 50% per le pareti, 30% per il tetto e del 20% per le porte o finestre. Si stima che in Italia vi siano addirittura circa 30 milioni di balconi inutilizzati, vale a dire milioni di metri cubi di calcestruzzo e una perdita stimata in 30.000 MgW/h termici (cioè 30 miliardi di kW/h termici), con migliaia di tonnellate di gas-serra immesse nell’atmosfera. Un danno per la collettività in termini economici, di salute e di salvaguardia ambientale ed eco-sistemica, soprattutto se poi questi organismi edili non vengono sfruttati.  

“Eppure, nonostante il problema energetico sia noto a tutti -dice Chirenti– solamente in pochi sanno che le vetrate e le strutture per l’outdoor possono diventare sostenibili grazie ai vetri fotovoltaici di nuova generazione BIPV (Building Integrated Photovoltaic) che producono energia a costo zero e riducono i costi del riscaldamento e della climatizzazione più o meno del 50%”. Un intervento importante soprattutto perché non sempre è possibile coibentare le pareti esterne con un cappotto termico mentre è quasi sempre fattibile rivestirlo con BIPV, trasformandolo in una “serra tampone e/o captante” che minimizza la dispersione termica dell’appartamento e crea maggiore risparmio energetico e minore inquinamento ambientale e climatico. “Un balcone di 8 metri quadri -chiarisce Chirenti– protetto con un sistema integrato composto da vetrata VEPA (un “cuscinetto tampone” che contiene la dispersione termica dell’unità immobiliare e fa risparmiare il 25% ca. di energia per il riscaldamento) e una balaustra inferiore con 5 Vetri Fotovoltaici da 250 Wp cadauno per un totale di 1 kWh, fa risparmiare a sua volta il 30% circa sui consumi relativi al riscaldamento o al condizionamento”. 


Negli ultimi anni l’integrazione in architettura dei moduli BIPV sta evolvendo velocemente e coinvolge due aspetti complementari. “Il primo -continua Chirenti– è la multifunzionalità del componente solare ossia l’integrazione costruttivo/funzionale. Dall’altro verso c’è l’aspetto dell’integrazione estetica cioè della qualità architettonica dell’integrazione. Un componente BIPV deve quindi avere una funzione aggiuntiva (che invece non possiedono i classici pannelli fotovoltaici in piano reclinato) oltre alla produzione energetica. Questo significa che lo strato/componente PV (fotovoltaico) può essere integrato nell’edificio senza compromettere i requisiti costruttivi e tecnologici primari ma, anzi, migliorandone e valorizzandone gli aspetti estetici”.

Ma non solo. Secondo un importante studio effettuato dai ricercatori Kimmo Hillialo, Eerik Makitalo e Jukka Lahdensivu della Tempere University of Technology, i risparmi ottenuti da balconi vetrati (tipo “serra tampone” o “cuscino termico”) a Stoccolma -città tra le più fredde d’Europa- equivalgono a circa 1.000 kWh, cioè il 14.9% in un anno. “Se in Italia si proteggessero e si riutilizzassero tutti i balconi abbandonati attraverso l’inserimento delle Vepa amovibili -prosegue Chirenti– si potrebbe ottenere un risparmio energetico significativo di 36,65 kWh/m² anno, pressoché corrispondente al 30% per ogni singola unità abitativa. Cifra che moltiplicata per i milioni di unità abitative da efficientare, darebbe risultati straordinari”. 

Oggi, più che mai, risparmiare sulle bollette di luce e gas diventa una priorità non solo individuale ma collettiva e nazionale, come più volte auspicato sia dal nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sia dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, definendo i comportamenti virtuosi e l’impegno collettivo, la chiave per uscire dalla crisi, fare ripartire e rilanciare il nostro Paese.

“E’ quindi evidente -conclude Chirenti– che ogni cittadino dovrà recitare un ruolo attivo e da protagonista per raggiungere gli obiettivi della “transizione ecologica”.

 

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