I pini sono, da sempre, un’immagine e una realtà caratteristica della città di Roma. Dal 2018 questi emblemi sono attaccati da un parassita, la Toumeyella parvicornis o più comunemente chiamata cocciniglia. Questo insetto parassita proviene dal Nord America e da circa 3 anni sta attaccando i pini di Roma, provocando loro dapprima delle infezioni, per poi “guidarli” lentamente alla morte mediante soffocamento.
Questo fenomeno rappresenta un problema reale per la città, tanto da smuovere anche le più alte cariche politiche in corsa per il Campidoglio, attente a questa problematica specialmente in fase di campagna elettorale. Il problema della cocciniglia sta inoltre smuovendo le associazioni di quartiere, molto dedite al decoro della città e alla cura del verde: “Ci aspettiamo un contributo forte da parte della regione e del comune, abbiamo chiesto come associazione una prima tranche di 10 milioni di euro per curare questi pini, anche con le coccinelle, che sono degli antagonisti biologici a questo parassita”. Questo un estratto dell’intervista a Francesca Marranghello, presidente del comitato Villa Glori.
Come detto dalla stessa Marranghello fortunatamente un rimedio c’è, ed è un rimedio biologico. È infatti possibile contrastare questo parassita “killer” con coccinelle, bruchi, ragni e uccelli; i comitati premono però per l’intervento con l’endoterapia. Questa consiste nell’effettuare sul tronco dell’albero iniezioni endoxilematiche (ovvero l’immissione in circolo, all’interno dell’albero, di presidi specifici atti a difendere la pianta da parassiti, patologie e funghi*).
La possibilità di impegnarsi a salvare i pini di Roma c’è. E’ dunque giunto il momento di accorciare le tempistiche per permettere alla Capitale di poter mantenere quel decoro che questi alberi le hanno sempre conferito.
*wikipedia