utti i bovini che pascolano allo stato brado nella valle del Sorbo nel comune e di Formello, alle porte di Roma, dovranno essere abbattuti. Lo ha stabilito la Asl Roma 4 con l’ordinanza numero 4 del 30 maggio, ma notificata questa mattina alle aziende proprietarie del bestiame che pascola sui terreni comunali. Il provvedimento porta la firma del direttore del servizio veterinario Pierluigi Ugolini. Nel testo si ritiene la misura “dell’abbattimento totale dei capi di bestiame” metodo “di risanamento del focolaio di Mtbc in corso”. Si tratta di epidemia di Tubercolosi bovina. Per questo sarebbero almeno due le aziende zootecniche che dovranno abbattere ogni bovino di loro proprietà, sia adulti, che vitelli, maschio o femmina, sani o infetti che siano. In tutto sarebbero oltre cento i bovini che dovranno essere abbattuti entro 15 giorni, mentre le loro carcasse dovranno essere distrutte: quindi, ogni bovino che pascola sui prati di Formello nella zona di Valle del Sorbo. “Non capisco perché devo abbattere anche i capi di bestiame che non sono contagiati”, dichiara ad Agenzia Nova, Vittoria Costantini, titolare dell’omonima azienda. “Da febbraio ne abbiamo abbattuti già 11, adesso mi tocca abbatterne altri dodici, tra mucche gravide e vitelli, anche se i miei animali non sono malati”, sottolinea.
In una vicina azienda, invece, i capi da abbattere sarebbero oltre 90. I primi casi risalgono al 2016, negli anni successivi la malattia sembrava essere regredita per tornare sul finire del 2024. “Nessuno ci aveva avvisato – spiega Costantini -, nessun provvedimento è stato preso, non soltanto per salvaguardare gli animali, ma anche le tante persone che nella zona dei pascoli, si ritrovano per gite fuori porta o manifestazioni sportive o culturali. C’è, infatti, un rischio, anche se minimo, che la malattia possa trasmettersi dall’animale all’uomo”, aggiunge l’imprenditrice. I bovini in questione, pur essendo tutti schedati e riconducibili a ciascuna azienda, pascolano liberamente sul terreno comunale per i quali gli allevatori pagano l’affitto. Il rischio è che “le nostre aziende, una volta ‘azzerate’ da ogni capo di bestiame, smetteranno di esistere. Per questo stiamo pensando di rivolgerci al Tar per salvare almeno i bovini sani e chiedere al comune di Formello, a cui paghiamo l’affitto dei terreni per permettere il pascolo, di delimitare le aree in modo da ridurre al minimo il rischio del contagio”, conclude.