Via Corsico a Milano collega il Naviglio grande con via Vigevano, è particolarmente rumorosa e piena di vita.
C’è un punto della strada in cui tuttavia il caos è assente, accade da 28 posti, un piccolo locale dove i coperti sono (appunto) 28. I proprietari hanno comunque ricavato una dozzina di sedute anche nel dehor esterno dove però bisogna fare i conti con gli schiamazzi notturni del quartiere sempre in festa. Un ristorante d’avanguardia ma essenziale, in cui il cibo prende vita dalle mani di un giovane chef di Procida, il suo nome è Marco Ambrosino.
28 posti si trova a Milano nel cuore della movida (ormai affermata) della zona Navigli, ma una volta all’interno del locale la sensazione è quella di un posticino del Nord Europa: piccolo, raccolto, minimalista ma rustico, arredato con pochi elementi probabilmente “recuperati” e tanto legno dal look “naturale”. Alla ristrutturazione del locale hanno lavorato alcuni detenuti dell’Istituto Penitenziario di Bollate, l’elemento sociale da 28 posti emerge spesso.
Uno stile che potrebbe ricordare il famoso ristorante danese Noma, quattro volte migliore del mondo secondo la nota classifica 50 World Best Restaurant, di cui avevamo parlato qualche tempo fa. Ambrosino, tra le sue tante esperienze passate, vanta un periodo trascorso nella cucina del cuoco Renè Redzepi da cui sembra aver assorbito molto.
Le ricette sono riconducibili ad un tipo di cucina elaborata, ricercata e raffinata, che parla molto del percorso professionale dello chef.
Gli impiattamenti sono tutti originali, alcuni antipasti, ad esempio, non prevedono forchette ma “devono” essere mangiati con le mani. Come l’ostrica, che da 28 posti è un classico disponibile tutto l’anno con condimenti che cambiano in base alla stagione.
Lo chef propone pochi piatti alla carta ma la tendenza è quella di servire menu fissi da 5, 8 o 10 portate, con cui Ambrosino esprime tutta la sua creatività. Per i menu i prezzi variano tra i 55€ e gli 85€ (vino escluso).
A pranzo, dal mercoledì’ alla domenica c’è un menu di 3 portate al prezzo di 35€. Come altri chef italiani di successo anche il giovane di Procida sostiene i piccoli produttori locali da cui si rifornisce quotidianamente.
Da 28 posti si respirano rigore e professionalità compensati dal calore e dal servizio informale (ma impeccabile) dei giovanissimi che lavorano in sala.