ACSI: Viti, fondamentale snellire burocrazia, una patologia ormai consolidata – VIDEO

Il presidente di ACSI e il Presidente del Comitato Paralimpico, Luca Pancalli, partecipando a un convegno sulla riforma del lavoro sportivo evidenziano il ruolo centrale degli enti di promozione sportiva e la necessità di percorsi formativi sul cambiamento, che non deve spaventare

Antonino Viti, Presidente di ACSI, al termine del convegno “Sport e Terzo Settore – Riforme a confronto”, interviene ai microfoni di Radiocolonna.it in merito al tema della riforma del lavoro sportivo e del terzo settore, “Il mondo dello sport ed il terzo settore  – rileva – si incontrano per far si che le regole siano univoche ed applicabili e per chiedere soprattutto la semplificazione per essere iscritti al registro del terzo settore e a quello delle attività sportive dilettantistiche”. 

Secondo Viti è un’opportunità che il mondo dell’associazionismo si presenti anche nel terzo settore. ‘’Il terzo settore – afferma – essendo un’economia sociale è aperto alle politiche pubbliche, al mondo della socialità ed al benessere dei cittadini e quindi offre servizi. Perciò noi vogliamo che iniziative, come il convegno ‘’Sport e Terzo Settore’’, non siano solo un confronto, ma anche un incontro tra le associazioni”. 

La data importante per il mondo dello sport di base è quella del primo luglio prossimo, quando entrerà in vigore la riforma del lavoro sportivo, che andrà a toccare da vicino le associazioni sportive, creando qualche confusione. ‘’Le associazioni sportive – rileva Viti – diventeranno veri e propri datori di lavoro potendo assumere lavoratori. Noi dobbiamo tutelare le associazioni da una parte e i diritti dei lavoratori dall’altra. Speriamo di arrivare a questo avvio della riforma in maniera molto semplificata e che le associazioni continuino ad avere l’opportunità di svolgere il loro compito istituzionale, ovvero fare attività sportiva in favore di tutti i cittadini”.

Un nodo centrale sarà snellire la burocrazia con la quale le realtà associative devono fare i conti quotidianamente e che spesso rappresenta un ostacolo per le attività. “Purtroppo la burocrazia in Italia è una patologia consolidata – sottolinea il Presidente di Acsi – ma in questo mondo dell’associazionismo e dello sport la semplificazione è importante, anche alla luce del fatto che chi lavora nel campo dello sport, del sociale e della promozione sportiva sono volontari, che ci credono e hanno passione.  Spesso la burocrazia crea problemi e svilisce l’attività che viene svolta. I punti di forza sono: svolgere l’attività, favorire la partecipazione delle associazioni e avvicinare tutti i cittadini alla pratica sportiva, insomma un incitamento a svolgere una funzione di welfare sociale al paese e che sia un pezzo delle politiche pubbliche di grande importanza”.

Ai microfoni di Radiocolonna interviene Luca Pancalli, Presidente del Comitato Paralimpico, che conviene sull’importanza di allentare la burocrazia per poter avvicinare allo sport di base. “Il legislatore nei confronti dello sport – afferma – deve tenere ben presente che è un mondo complesso e variegato, all’interno del quale troviamo grandi società calcistiche, ma anche la piccola società che riesce a rimanere aperta, per avvicinare i più giovani allo sport, magari in un campetto di periferia, grazie al volontariato. Bisogna tentare di avere un approccio normale in termini di semplificazione, ma il nostro non è un Paese che brilla da questo punto di vista, e non solo in occasione di questa riforma, per cui chi rimane nelle maglie della tela di ragno della burocrazia è il cittadino che vorrebbe essere utile, ma spesso si ritrova in grandi difficoltà”.

Proprio in questa ottica è fondamentale il ruolo e l’apporto di realtà come l’ACSI, e tutti gli enti di promozione e delle federazioni sportive, essendo articolazioni intermedie tra la norma e la messa a norma. “Da questo punto di vista – conclude Pancalli – è fondamentale informare e individuare i percorsi formativi necessari affinché il mondo dell’associazionismo di base non si spaventi, perché non c’è nulla di più facile che aver paura di un qualcosa di nuovo che siamo chiamati a gestire (riforma del lavoro sportivo – ndr) e siccome è molto diverso rispetto al passato, bisogna che ci si attrezzi per evitare di perdere pezzi importanti in termini di risposta al diritto allo sport per tanti dei nostri giovani”.

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