Una rete di sostegno con percorsi di inclusione e resilienza per i cosiddetti “orfani speciali”, ovvero i figli e le figlie dei femminicidi. È il progetto “Respiro”, che ha a disposizione tre milioni e 300mila euro in quattro anni, da realizzare in quattro aree geografiche: nord-est, nord-overst, sud e isole e si pone l’obiettivo di realizzare interventi di presa in carico, formazione e inclusione socio-lavorativa degli orfani, di dare sostegno alle famiglie affidatarie e ai caregiver e di creare, o potenziare, la rete degli attori che a vario titolo si occupano degli orfani. Il progetto si occupa anche dei figli rimasti orfani perché le madri hanno ucciso i padri e delle donne “scomparse”.
Secondo Openpolis in Italia sono circa 2000 gli orfani di femminicidio – anche se dati ufficiali non sono disponibili – e uno degli obiettivi del progetto è proprio quello di raccogliere dati certi sul fenomeno e mappare bisogni e condizioni di vita degli orfani.
Il progetto – selezionato da “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile – è realizzato da Irene ’95 Cooperativa Sociale in partenariato con: Az. Ospedaliera Giovanni XXIII di Bari, Centro Famiglie Catania, Cestrim, Cismai, Cipm Sardegna, Consorzio Co.re, Progetto Sirio, Save The Children, Terres des Hommes, Thamaia, Koinos, Sinapsi.
Nel corso del progetto verrà inoltre portata avanti una formazione per operatori dei servizi socio-sanitari, dei Centri anti-violenza e per gli altri professionisti (forze dell’ordine, personale del Tribunale Ordinario e del Tribunale per i Minorenni, legali, insegnanti, volontari delle associazioni) con specifico riferimento al funzionamento traumatico dei minori esposti a violenza domestica e alla successiva perdita di entrambe le figure genitoriali. Parallelamente sarà condotta una attività di prevenzione e sensibilizzazione attraverso laboratori educativi diffusi: laboratori di prevenzione primaria per bambini (scuole dell’infanzia, primarie e agenzie socio-educative 3-11 anni) per promuovere competenze sulla capacità di chiedere aiuto in situazioni di difficoltà, violenza, maltrattamento, abuso e percorsi educativi per ragazzi ed adolescenti (scuole secondarie di I e II grado 11-18 anni) per la messa in discussione dei modelli di relazione basati su stereotipi di genere e dei meccanismi socio-culturali di minimizzazione e razionalizzazione della violenza.