Bollino rosso e temperature infernali: tra solitudine e malori l’estate degli anziani a Roma

La solitudine, sembra essere diventata una malattia soprattutto dopo il periodo della pandemia

Bollino rosso e temperature che sfiorano i 40 gradi attanagliano Roma, ma chi arriva negli ospedali in questi giorni sono soprattutto gli anziani. Il periodo delle ferie “è quello in cui l’emergenza della solitudine emerge più che in altri”. Lo ha spiegato ad “Agenzia Nova” Massimo La Pietra, responsabile della centrale di risposta nazionale della Croce rossa italiana del numero 1520. D’estate i parenti si allontanano per le vacanze, così come i vicini di casa, e le collaboratrici domestiche. E gli anziani restano soli. Anche a loro è rivolto il servizio della Croce Rossa “che fa fronte a esigenze di vario genere: dal servizio taxi sanitario alle richieste di pacchi alimentari. In questo periodo dell’anno – prosegue La Pietra – abbiamo registrato un picco delle chiamate per la ‘telecompagnia’”.

Per chi rimane solo in casa anche un disturbo banale può fare la differenza. Al pronto soccorso del Gemelli “c’è stato un lieve aumento negli ingressi e sono soprattutto relativi agli anziani”, sottolinea il dottor Marcello Candelli, dell’Unità operativa complessa Medicina di urgenza e Pronto soccorso del policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs. “Sono persone che soffrono di malattie croniche o che hanno anche una banale infezione urinaria – aggiunge -. Condizioni che senza caldo avrebbero potuto gestire a casa ma che si aggravano a causa della disidratazione. Gli anziani non hanno il senso del bere. Inoltre, d’estate si suda molto e si mangia di meno”.

Tra chi chiama la Croce Rossa ci sono persone che vivono disagi di vario genere. Non ultimo la solitudine. “Un’anziana di Ostia ha chiamato per chiedere informazioni su come comportarsi con la malattia del marito – sottolinea La Pietra -. Oltre a darle le indicazioni che ci chiedeva, l’operatore si è accorto che la donna aveva necessità di parlare e di confidarsi; per questo ha chiesto di essere richiamata anche per un supporto psicologico”. Alcuni vogliono semplicemente parlare o essere ascoltati. “Abbiamo delle liste di persone che chiamiamo due o tre volte la settimana per chiedere come stanno e per scambiare due parole”. Un altro caso è quello di un anziano vedovo che “ci ha contattato perché aveva il ventilatore rotto e non sapeva come fare; abbiamo attivato un comitato di zona e dei volontari sono andati ad aiutarlo”.

La solitudine, sembra essere diventata una malattia soprattutto dopo il periodo della pandemia. “Gli anziani ne soffrono di più – dice La Pietra – soprattutto chi, dopo il Covid, non è riuscito a creare una rete sociale. Gli operatori della Croce Rossa sono preparati a comprendere quelle che i terapisti chiamano ‘la solitudine involontaria’ e la cosa non riguarda soltanto le persone anziane”. Proprio per far fronte alla solitudine è nata Piazzetta Cri, una chat “dove mettiamo in collegamento fra loro sei o sette anziani, con uno psicologo che fa da moderatore, li facciamo incontrare e favoriamo conoscenza”, conclude. Al canale arrivano mediamente 300 telefonate al giorno, il 30 per centro sono di persone fragili.

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